<A seconda della struttura e della località, gli inglesi rappresentano il secondo o il terzo mercato del turismo comasco. Speriamo che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non abbia effetti negativi sugli arrivi dei turisti>.
Una delle prime conseguenze della Brexit è stata la svalutazione della sterlina, che porta a una diminuzione del potere di acquisto degli inglesi. Inglesi che, sul lago di Como, ogni anno arrivano numerosi e alloggiano prevalentemente nelle strutture a tre e quattro stelle. Quindi scelgono alberghi di alta gamma, ma non di lusso. Sono espressione del ceto medio, la fascia di cittadini che forse più rischia di subire la svalutazione della sterlina. Perciò, gli albergatori comaschi sono preoccupati. <Se la sterlina perde terreno – spiega Roberto Cassani, presidente dell’Associazione Albergatori di Como – per gli inglesi la vacanza all’estero diventa più cara. Probabilmente vedremo gli effetti, anche se spero di no. Temo che la svalutazione colpisca soprattutto il ceto medio>.
Più ottimista, invece, è Andrea Camesasca, vicepresidente dell’associazione Albergatori e delegato per il turismo della Camera di Commercio di Como. <Il lago di Como continuerà ad essere attrattivo – dice – in confronto al costo della vita inglese, noi restiamo comunque a buon mercato. E molti competitor, come l’Egitto, sono adesso sono out. Più che preoccuparci dell’uscita della Gran Bretagna, che deve comunque suonare come una sveglia per l’Europa germanocentrica, dobbiamo migliorare la nostra offerta e destagionalizzare. Fare bene il nostro lavoro. E i turisti, inglesi compresi, arriveranno>.