(ANSA) – CATANZARO, 06 MAG – I clan della ‘ndrangheta calabrese hanno manifestato l’intenzione di "fare saltare in aria" il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. E’ quanto scrive Il Fatto Quotidiano riferendo di una segnalazione proveniente dai servizi segreti di un Paese straniero che avrebbero intercettato una comunicazione in tal senso. L’informativa secondo cui le cosche starebbero progettando un attentato in grande stile ai danni del magistrato che mercoledì scorso il Csm non ha nominato a procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo preferendogli Giovanni Melillo, è stata secretata e trasmessa ai servizi italiani. La comunicazione risalirebbe ad alcune settimane addietro ed è rimasta finora riservata solo agli ambienti investigativi. I soggetti intercettati e interessati al progetto apparterrebbero alle famiglia di ‘ndrangheta più direttamente danneggiate dalle indagini di Gratteri non solo in Calabria ma anche in Sudamerica e negli Stati Uniti. Secondo quanto riporta il quotidiano "l’attentato si sarebbe dovuto consumare lungo il tragitto che collega l’abitazione del magistrato e il suo ufficio". Gli apparati di sicurezza hanno immediatamente informato il Ministero dell’Interno tant’è che stata rinforzata con l’aggiunta di altre tre autovetture blindate una delle quali è fornita di "bomb jammer" per inibire, al passaggio di Gratteri e degli agenti che lo tutelano, le frequenze gsm e tutte le altre utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. Inoltre sono stati messi sotto scorta anche la moglie e i figli che studiano fuori dalla Calabria. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la Procura di Salerno competente nelle inchieste in cui sono parte offesa i magistrati del Distretto di Catanzaro. Sulla vicenda il Copasir ha attivato le procedure per acquisire informazioni. Il presidente dell’organismo, Adolfo Urso, ha reso noto di avere telefonato a Gratteri "per esprimergli piena solidarietà e vicinanza anche a nome di tutto il Copasir. Nell’occasione ho ribadito l’impegno del Comitato sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, a tutela della Sicurezza nazionale. Siamo tutti consapevoli di quanto importante sia la risposta comune delle istituzioni, la storia ce lo insegna". (ANSA).