(ANSA) – LEOPOLI, 04 MAG – La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre sta aiutando l’Ucraina con un doppio intervento finanziario alle diocesi, che ha superato in due mesi i 2,5 milioni di euro. Ma scende in campo anche con un’opera concreta: la donazione di pulmini per le strutture religiose che stanno ospitando o aiutando gli sfollati interni. "Per ora ne sono stati finanziati sei, altri ne seguiranno: due a Leopoli, due a Kamyanets, uno a Odessa e uno a Ivano-Frankivsk – dice all’ANSA il direttore di Acs-Italia, Alessandro Monteduro, in questi giorni in missione in Ucraina -. I pulmini sono in questo momento indispensabili per quelle diocesi particolarmente impegnate nella accoglienza e mantenimento degli ucraini che lasciano le proprie case. Indispensabili per il trasporto dei beni di prima necessità e indispensabili per il trasporto degli stessi profughi. Incontrando direttamente gli esponenti delle Chiese impegnate in Ucraina sto riscontrando – spiega il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre – come ci sia una necessità impellente di modulare il nostro intervento sulla base delle loro esigenze e anche della prospettiva che l’emergenza umanitaria non cesserà con la fine del conflitto. Anzi il timore è che il giorno dopo una auspicata pacificazione i problemi possano essere più drammatici. Il ruolo della Chiesa realmente in questi settanta giorni è stato essenziale per quegli ucraini che si sono visti privati di tutto. Ma noi siamo abituati alla forza della Chiesa e lo abbiamo sperimentato concretamente in realtà altrettanto drammatiche come la Siria e l’Iraq". Questi aiuti emergenziali si aggiungono al sostegno ‘ordinario’ della fondazione pontificia che nel Paese, tra le altre cose, finanzia ogni anno gli studi per 900 seminaristi. (ANSA).