Osservazioni “premature”. Critiche “ingenerose e prive di riscontri oggettivi”. Il documento degli ordini professionali sanitari comaschi scatena una polemica sul riassetto della sanità lombarda.
Ieri, il rapporto di medici, infermieri, veterinari e farmacisti: una netta bocciatura della nuova divisione territoriale delle Ats (le ex Asl). Oggi, tre consiglieri regionali di maggioranza fanno quadrato attorno a Maroni e attorno alla riforma, respingendo al mittente le critiche dei professionisti.
Professionisti che, attraverso i rispettivi rappresentanti di categoria, hanno criticato l’accorpamento del medio e alto Lario (dalla Valle Intelvi a Gera Lario) con l’Ats della Montagna, che ruota attorno a Sondrio. <La decisione, apparentemente coerente, non tiene conto dell’orografia, del reticolo stradale e dei tempi di percorrenza imposti dal nuovo assetto – si leggeva nel documento diffuso ieri dagli ordini professionali – La riforma complica sostanzialmente la vita ai cittadini che vivono nei comuni posti a sud di Gravedona. Tutti i servizi di natura sanitaria che vengono erogati presso le sedi centrali, dopo la riforma, sono sostanzialmente più disagevoli e dispendiosi, sia in termini di tempo che di denaro, per i cittadini che vivono a sud del comune di Gravedona>.
Replicano, con un comunicato congiunto, tre consiglieri regionali: Dario Bianchi, Lega Nord, Francesco Dotti, Fratelli d’Italia e Daniela Maroni, lista Maroni presidente.
Le considerazioni dei professionisti, essendo datate 19 aprile, appaiono – dicono i consiglieri – <quantomeno premature in quanto esprimono giudizi a distanza di soli tre mesi> dalla costituzione della Ats della Montagna.
<Chi vive sul Territorio – aggiungono i consiglieri – non ha riscontrato alcun disagio o rimostranza da parte del cittadino>.
Bianchi, Dotti e Maroni rispondono dettagliatamente all’altrettanto dettagliato documento della sanità comasca. Poi, passano alle conclusioni. <Il documento degli Ordini è stato redatto a tre mesi dall’avvio di una riforma complessa e articolata. Non si comprendono le valutazioni ingenerose e prive di riscontri oggettivi, probabilmente fondate su motivazioni che nulla hanno a che vedere con gli aspetti tecnici e organizzativi>.
Medici, infermieri, veterinari e farmacisti chiedevano che il medio e alto Lario, o almeno la zona a sud di Gravedona, tornasse con l’Ats dell’Insubria, che unisce Como e Varese. Ipotesi che i tre consiglieri scartano sul finale del documento, ricordando che <l’intenzione di Regione Lombardia, confermata ieri dal presidente Maroni e dal consiglio Regionale, è quella di non apportare alcuna variazione territoriale alla zonizzazioni delle Ats>.