<La città di Como è allo sbando>. Una frase piuttosto pesante. Specie se contenuta nel discorso che il presidente di una forte associazione economica deve pronunciare davanti agli associati e al pubblico.
Eppure, sono le parole scelte da Giansilvio Primavesi – presidente di Confcommercio Como – per commentare, pubblicamente, la situazione della città di Como, al centro di un terremoto politico e giudiziario, con un’inchiesta della procura su appalti pubblici e paratie che ha portato all’arresto di due dirigenti comunali e a numerosi avvisi di garanzia.
Primavesi è intervenuto oggi al Castello di Casiglio, alla 71esima assemblea di Confcommercio Como, alla quale ha partecipato anche il presidente nazionale, il porlezzino Carlo Sangalli.
Nella prima parte della relazione, Primavesi ha descritto l’importanza del traguardo temporale, i settant’anni di Confcommercio celebrati nel 2015, e ha elencato alcune iniziative. Poi, ha parlato del “malessere della categoria”. <Il 2015 non è stato soltanto un periodo di festeggiamenti. Al contrario ci siamo dovuti impegnare al massimo per far fronte al perdurare della più grave crisi dal dopoguerra. Molto ancora bisognerà fare per diminuire il carico fiscale, alleggerire il costo del lavoro, dimezzare questa assurda e opprimente burocrazia. Abusivismo, contraffazione, illegalità diffusa, sono temi che cerchiamo di contrastare da anni. In questo quadro clinico molto critico – ha aggiunto Primavesi – le aziende continuano a chiudere. Senza le imprese le città si spegnerebbero, il Paese piomberebbe in una preoccupante arretratezza>.
Quindi, l’amaro passaggio su Como. <In questo scenario – ha detto ancora Primavesi – non aiutano certamente i fatti che in questi giorni stanno accadendo nel Comune capoluogo. Non è mia intenzione e non mi compete entrare nel merito, anche perché ci sono delle indagini in corso. Certo è che la città di Como è allo sbando e dobbiamo ritrovare, tutti, la forza che ci aiuti a riportare ordine e a uscire dal caos>.