Nuova inchiesta della Procura di Milano sul sequestro, 47 anni fa, della 18enne comasca Cristina Mazzotti. La ragazza era stata rapita vicino alla villa di famiglia, a Eupilio. Un rapimento che si era concluso in modo drammatico, con il ritrovamento del corpo senza vita della giovane in provincia di Novara tra i rifiuti di una discarica. Quasi mezzo secolo dopo ci sarebbe un nuovo filone di indagine, con quattro nuovi indagati.
Il rapimento
Cristina aveva appena compiuto 18 anni quando era stata sequestrata. Un rapimento che aveva sconvolto l’Italia. Tre mesi con il fiato sospeso, fino all’epilogo più tragico. Le indagini si erano concentrate sulla cosiddetta “mala milanese” ed è in questo ambito che ora sarebbe maturata la nuova inchiesta. I magistrati milanesi Alberto Nobili e Stefano Civardi, in base alle prime informazioni contesterebbero a 4 persone legate alla ‘ndrangheta l’omicidio volontario della 18enne. La ragazza, secondo l’accusa, “era stata segregata in una buca senza sufficiente aereazione e possibilità di deambulazione”. Alla 18enne sarebbero state inoltre somministrate “massicce dosi di tranquillanti e eccitanti”. Questo aveva causato la morte di Cristina, che non era più tornata a casa nonostante il padre avesse pagato un riscatto di un miliardo e 50 milioni di lire ai rapitori della figlia. L’uomo, Helios Mazzotti, imprenditore nel settore dei cereali, era morto di infarto un anno dopo.
Le indagini
Un primo processo si concluse a Novara con 13 condanne di cui otto ergastoli a carico di fiancheggiatori ma non degli esecutori materiali del sequestro finito in omicidio. Nel 2007 una nuova inchiesta grazie a nuove analisi di un’impronta digitale. Il fascicolo fu archiviato nel 2012: prescritti, per varie ragioni, il sequestro di persona e l’omicidio volontario aggravato. Nel frattempo, però, una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione nel 2015 aveva indicato imprescrittibile il reato di omicidio volontario. Un esposto è stato quindi riproposto da Fabio Repici, già avvocato della famiglia Mazzotti. Ora la nuova svolta.