“I colleghi del Corriere di Como sono prigionieri di loro stessi. Una situazione kafkiana”. E’ l’amaro commento di Paolo Perucchini. Il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti è intervenuto in un comunicato che descrive la difficile e complessa condizione in cui si trovano giornalisti e poligrafici del Corriere di Como. Dopo 24 anni, lo storico quotidiano comasco ha cessato le pubblicazioni lo scorso 16 novembre (QUI L’ARTICOLO). Quel che si è verificato nei mesi successivi è ben descritto nel comunicato della Lombarda.
UNA SITUAZIONE DI STALLO
La società editoriale per evitare il tracollo sotto il peso dei debiti, spiega il sindacato, “a febbraio cerca di salvarsi con la nuovissima procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”.
L’azienda, aggiunge sempre il sindacato, ha presentato “piani di rilancio basati esclusivamente sul sacrificio dei lavoratori”, ai quali è stato chiesto di rinunciare a gran parte dei crediti e farsi carico dei rischi della nuova impresa. Piani che, i dieci dipendenti (otto giornalisti e due poligrafici) hanno bocciato.
CREDITI PER STIPENDI NON PAGATI
Ma esiste un altro risvolto, altrettanto grave. I dipendenti vantano crediti per stipendi non pagati, nonostante nel frattempo l’azienda abbia incassato forti provvidenze pubbliche (pari a circa 200mila euro, si legge nel comunicato). “Nonostante la stragrande maggioranza dei lavoratori sia contraria a proseguire questa agonia, nessuno ha il coraggio di porre fine alla vicenda – spiega ancora Perucchini – I lavoratori sono gli unici pronti a farlo, ma non possono perché la procedura di composizione negoziata ha congelato la situazione”.
LE RICHIESTE
Il sindacato si dice pronto a rivolgersi alle istituzioni preposte per tutelare i lavoratori piombati in questo limbo. Al tempo stesso, Perucchini chiede che “liquidatore ed esperto (nominato dalla Camera di Commercio, ndr) autorizzino l’utilizzo dei contributi pubblici ricevuti per saldare i crediti non ancora pagati ai dipendenti”.
La governance dell’azienda, com’è noto, è legata mondo cooperativo comasco. Prima dell’interruzione delle pubblicazioni Mauro Frangi, il presidente di Confcooperative Insubria, aveva infatti partecipato a una delle ultime e drammatiche riunioni con il sindacato come rappresentante di uno dei soci della Cooperativa Editoriale Lariana, società che a sua volta esercita il controllo di Editoriale Srl, ossia la società editrice del giornale.