Una Lombardia a trazione democratica. Con il turno di ballottaggi di ieri, il Partito Democratico si conferma a Milano, con l’elezione di Beppe Sala, e a sorpresa strappa al centrodestra e alla Lega Nord Varese, storico fortino del Carroccio: aggiungendo quindi la Città Giardino, il Pd governa ora dodici capoluoghi su dodici in Lombardia.
Una regione che, a questo punto, presenta due spinte politiche contrapposte. Da una parte, il Partito Democratico che esprime i sindaci di tutti i capoluoghi di provincia. Dall’altra, la Lega Nord che, con Forza Italia, governa la Regione da Palazzo Lombardia.
A Milano Sala, ex commissario unico di Expo, ha battuto il candidato del centrodestra Stefano Parisi, che si è fermato al 48,3% dei voti. <Altri cinque anni di governo aiuteranno a completare quanto fatto nei cinque anni precedenti>, ha detto Sala.
Clamoroso il risultato di Varese, perché Davide Galimberti – incassando il 51,8% dei voti e sconfiggendo Paolo Orrigoni – ha consentito al Pd e al centrosinistra di strappare dopo 23 anni alla Lega Nord la Città Giardino, terra di Maroni e di Bossi e culla del Carroccio.
Quindi, Renzi deve sì leccarsi le ferite per le sonore sconfitte di Roma e Torino ad opera del Movimento 5 Stelle, ma al tempo stesso può contare sul governo di tutti i capoluoghi lombardi.
<Un motivo d’orgoglio – ha commentato il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri – ma anche una grande responsabilità>.