Tutti rimandati a luglio, per la precisione alla metà del mese prossimo. Soltanto allora, infatti, il popolo biancoblu potrà avere notizie certe sul futuro della Pallacanestro Cantù e soprattutto su come verrà affrontata la prossima stagione.
Questa mattina la conferenza stampa del patron, il magnate russo Dmitry Gerasimenko, che ha preso la parola dopo settimane di silenzio per analizzare la situazione, anche alla luce delle ultime indiscrezioni sul club e degli umori della piazza. Una conferenza stampa fiume, anche se di certo non c’è molto.
“Abbiamo tempo per lavorare, bisogna restare calmi e non è il momento di correre” ha detto il presidente della Pallacanestro Cantù che ha spiegato come i tasselli troveranno posto nel puzzle fra luglio e i primi di agosto. Entro fine giugno la società capirà se avrà la possibilità di disputare una competizione europea. Da quello dipenderanno l’allenatore e il budget. “Inutile dare una cifra. Il budget sarà sufficiente per raggiungere il nostro obiettivo, che è arrivare ai playoff – ha spiegato Gerasimenko – ora il nostro obiettivo è lavorare per aumentare le sponsorizzazioni per costruire un buon budget da dedicare soprattutto alla costruzione della squadra e meno alle voci extra sportive”. Gerasimenko vuole una squadra forte, che possa lottare per gli obiettivi e far appassionare i tifosi che dovranno spostarsi a Desio, dove giocherà la squadra visto il progetto di riqualificare il Pianella. A proposito del palazzetto di Cucciago e sul fatto che l’acquisto non sia ancora diventato definitivo, il presidente biancoblu ha spiegato: “Quando ci saranno notizie ufficiali dirà tutto, ma non si può entrare nel dettaglio della trattativa fino alla fine”.
Per i giocatori bisognerà aspettare agosto, ma tra le certezze ci sono le due uscite, quelle di Abass Awudu che andrà a Milano e di Ruben Zugno che giocherà in una squadra di A2. Sulla questione delle giovanili Gerasimenko ha spiegato che il suo obiettivo sarà trovare un accordo con il Progetto Giovani Cantù per modificare il regolamento e creare un legame più forte e vincolante fra le due realtà. “Non possiamo formare dei giovani giocatori e farli esordire in serie A – ha precisato il patron – se poi non abbiamo diritti”.