(ANSA) – L’AQUILA, 12 APR – "Viviamo un tempo attraversato da sfide drammatiche e sconvolgenti: dopo due anni di calamità pandemica assistiamo, sgomenti, alle violenze devastanti della guerra in Ucraina. Registriamo una ‘eclisse’ culturale ed etica molto ampia e intensa: i suoi ‘coni d’ombra’, purtroppo, coprono molti versanti della nostra epoca, rendendoli oscuri, e provocano dannose ricadute sul piano sociale e personale". Così il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, nel messaggio di auguri di Pasqua alla comunità aquilana che il 6 aprile di 13 anni fa è stata funestata dal tragico sisma. "L’annuncio della Pasqua ci offre la certezza che è possibile riscattarsi dal male che ci abita: il Signore, crocifisso e risorto, può tirarci fuori dal pantano delle nostre fragilità, da cui non riusciamo da soli ad emanciparci – si legge nel messaggio -. Come è noto, dal punto di vista astronomico l’eclisse si produce quando la luna si interpone tra la terra e il sole. Se la luna mantiene la giusta collocazione, riceve luce dal sole: così diventa il suo ‘specchio’ e, di notte, ne riflette i raggi sulla terra. Ma quando ‘copre’ il sole si trasforma in una barriera che impedisce alle radiazioni luminose di raggiungere il nostro pianeta. Allora il buio avvolge tutto e sottrae ogni cosa allo sguardo: vince la notte, in cui non si vede né sole, né luna, né terra". Secondo il cardinale, "anche sul piano umano, capita che idee false, abitudini sbagliate, atteggiamenti egoistici finiscano per provocare un ‘effetto-eclisse’ spirituale e morale: in questo caso si ‘offusca’ la capacità di emettere giudizi ‘veri’ e di compiere scelte corrette". "Dio fa sempre sorgere il sole del Suo Amore dentro di noi e non fa mancare la luce del Vangelo: se la condizione di tenebra ha la meglio e si protrae nel tempo, occorre chiedersi cosa, nell’anima, si interpone tra noi e il Signore, provocando l”effetto-eclisse’ interiore". (ANSA).