(ANSA) – BOLOGNA, 08 APR – Quando avviene un femminicidio ci sono spesso delle vittime che rimangono nascoste e che si trovano ad affrontare traumi profondi. In Italia si stima che siano duemila: sono i bambini rimasti soli dopo la morte violenta della madre, spesso causata da un padre o da un familiare. Da questa consapevolezza nasce il progetto ‘Orphan of Femicide Invisible Victim’ (Orfani di Femminicidio Vittime Invisibili), presentato questa mattina con una conferenza stampa da Bologna promosso dalla cooperativa Iside attraverso la partecipazione al bando "A braccia aperte" dell’impresa sociale ‘Con i bambini’, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa. Il progetto coinvolge 18 partner (tra cui case delle donne, aziende sanitarie, università e associazioni) distribuiti in sei Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto-Adige, Veneto e Campania) e riceverà un contributo di circa 100mila euro. Secondo i dati raccolti da Eures sulle Regioni interessate dal progetto, sono 159 i minori rimasti orfani a seguito di 97 casi di femminicidi compiuti dal 2009 fino al 2021. "Si tratta di un progetto importante di cui siamo orgogliose di fare parte – ha detto Susanna Zaccaria, presidente della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna – Il femminicidio è un atto di violenza estrema che rappresenta il culmine della violenza sulle donne. La condizione degli orfani e delle loro famiglie affidatarie è una questione centrale nel contrasto alla violenza di genere, e questo progetto rappresenta un’occasione per dare risposte concrete e strutturate nel tempo". Intanto si sta già lavorando a una mappatura più approfondita del fenomeno, in seguito sono previsti supporti specializzati per la riparazione del trauma, percorsi di accompagnamento per il reinserimento sociale e la piena autonomia professionale e, infine, sostegni in ambito psicologico, legale ed educativo per orfani tra 0 e 21 anni oltre ad aiuti materiali per le famiglie affidatarie e per i caregiver. (ANSA).