20 anni di umiliazioni e botte. Nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia di Seregno hanno arrestato, per i reati di lesioni personali aggravate e atti persecutori, un 49enne. L’uomo, di professione operaio, con precedenti per reati contro la persona, risiede a Barlassina (Monza e Brianza). I militari hanno seguito l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Como.
Misura cautelare richiesta dai carabinieri di Lomazzo
La misura cautelare, richiesta dalla stazione dei carabinieri di Lomazzo, è stata emessa in relazione alla violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie 46enne. Come riscontrato la sera del 23 marzo nel comasco.
Indagini coordinate dalla Procura di Como
Le indagini, coordinate dalla Procura di Como, hanno permesso di applicare la misura cautelare nei confronti del 49enne. L’uomo dallo scorso anno avrebbe perseguitato la donna.
Il 49enne si sarebbe introdotto di nascosto all’interno dell’abitazione della ex, ma non solo. Si sarebbe infatti fatto trovare nei luoghi da lei frequentati, minacciando e molestando e, in alcuni casi aggredendo violentemente la donna. Proprio a causa di questi comportamenti la donna ha iniziato a temere per propria incolumità e quella dei suoi cari.
20 anni di umiliazioni: la prima richiesta d’aiuto nel 2021
La vicenda trae origini da una prima richiesta di aiuto della donna, avvenuta il 1° marzo 2021. Una decisione arrivata in seguito al primo accesso furtivo dell’ex compagno. L’uomo si sarebbe introdotto all’interno dell’abitazione scavalcando il cancello esterno.
Pedinamenti anche sul luogo di lavoro
Tali condotte, suffragate da numerosi interventi dei carabinieri, sarebbero poi divenute una vera e propria abitudine. Queste sarebbero state accompagnate anche da pedinamenti sul luogo di lavoro della donna o durante i suoi spostamenti in compagnia del loro figlio minorenne.
L’uomo avrebbe continuato a perseguitare la donna anche attraverso un’escalation di messaggi oltraggiosi e di natura sessuale inviati attraverso una chat telefonica.
La paura e il cambio di abitudini
La donna, impaurita, ha anche cambiato le sue abitudini di vita. Ha modificato gli orari di uscita dalla propria abitazione. Ma non solo, ha anche cercato di non rimanere mai da sola, e di non frequentare locali pubblici.
20 anni di umiliazioni, la storia
20 anni di umiliazioni, iniziate alle soglie del 2000. Dai racconti della donna, l’indole aggressiva dell’uomo, si sarebbe manifestata sin dal lontano 1998. L’uomo, sotto l’influenza dell’alcol, l’avrebbe sottoposta a continui maltrattamenti. La vita quotidiana della donna era segnata da violenze fisiche con pugni e calci e angherie psicologiche fatte di insulti e vessazioni. Poi il controllo costante dei suoi spostamenti e il divieto di frequentare le proprie amiche e di utilizzare il telefono cellulare.
Su tali condotte improntate alla completa sottomissione della donna, il 9 febbraio 2022, il Tribunale di Como, Ufficio del gip, si era già espresso attraverso l’emissione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari – poi sostituiti con il divieto di avvicinamento. L’uomo, confinato nel proprio comune di residenza, doveva osservare il divieto di comunicare in qualsiasi modo con la ex moglie. Una misura volta a tutelare la tenera età del figlio ad oggi 17enne.
I divieti infranti
Nonostante i divieti, nello scorso mese di marzo, il 49enne si sarebbe nuovamente avvicinato all’abitazione della donna. Episodi sui quali l’Arma ha svolto ulteriori accertamenti che hanno quindi portato all’aggravamento della misura cautelare con la nuova sottoposizione dell’indagato agli arresti domiciliari. Rimane ferma la presunzione di innocenza della persona indagata.