Marito e padre, diacono, amico, fratello maggiore nella vita e nella fede operosa, direttore della Caritas, volto dell’accoglienza. Ogni persona presente oggi in Duomo a Como porta con sé il suo ricordo personale di Roberto Bernasconi, scomparso giovedì scorso, a 70 anni, in seguito ad un malore che lo aveva colpito il primo marzo. Oggi l’intera città si stretta alla famiglia nel giorno dell’addio. Le autorità, il mondo della chiesa e del volontariato, la sua Caritas con i colleghi arrivati anche da altre province.
Tutti hanno sottolineato il lavoro instancabile al fianco degli ultimi.
L’omelia del vescovo Cantoni
A partire dal vescovo Oscar Cantoni che nella sua omelia ha detto: “Roberto ha promosso costantemente la “convivialità delle differenze“, accogliendo tutti alla mensa comune, soprattutto i poveri, al di là della loro provenienza, del colore della loro pelle, della loro condizione sociale e perfino della religione, quali ospiti d’onore del Signore, ma anche accolti dalla nostra generosa ospitalità”.
E poi ha aggiunto poco dopo: “Volti concreti che si sono via via presentati. Profughi, senza dimora, carcerati, migranti, nullatenenti, persone affette da malattie mentali, famiglie in difficoltà, disabili, persone prive di lavoro, ragazze della tratta, o uomini e donne dalle svariate dipendenze. Insomma tutti quei poveri che generalmente la società esclude perché danno fastidio e tiene volentieri ai margini. Roberto li ha saputi accogliere, riconoscendoli come i prediletti del Signore”.