I profughi ucraini arrivati a Como. “Abbiamo viaggiato per due giorni, siamo terribilmente stanchi e vogliamo stare in un posto più sicuro” dice Natalia che ha lasciato la sua città, Poltava. Si trova a ovest di Charchiv, in Ucraina, una delle zone più colpite dalla guerra. In fuga dall’invasione russa, anche lei con i figli e la famiglia. Quindici i profughi arrivati nel pomeriggio nella parrocchia di San Martino a Rebbio. Nipoti e nonni, scendono dai pulmini che li hanno portati in Italia.
“Abbiamo lasciato Poltava. Siamo molto preoccupati per quello che sta succedendo. Sentivamo le bombe. Siamo scappati mentre bombardavano la città”
Ludmilla non parla italiano. Ma cerca comunque di comunicare. Sgrana gli occhi quando racconta cosa ha visto e sentito. E Sorride quando con il marito ringrazia chi nel pomeriggio l’ha accolta in Italia. “Faceva freddo, meno dieci gradi. Abbiamo avuto vari problemi, il bus si è rotto. Ora siamo qui, ci piace dove siamo. Siamo contenti”
Dalla parrocchia di San Martino sono partiti giovedì pomeriggio alle 3:00 alcuni camioncini carichi di aiuti. Cibo e medicinali. Direzione, Polonia e quindi il confine con l’Ucraina. Alla guida cittadini, volontari intenzionati a dare un aiuto concreto. Un viaggio di andata con i beni di prima necessità. Quello di ritorno con le persone che fuggono dalla guerra. “Abbiamo fatto quello che secondo noi era giusto fare. Quello che dovevamo fare”.