Due ore davanti al giudice, senza sottrarsi alle domande. Ha scelto di rispondere e fornire la sua versione il medico di base di Cernobbio arrestato martedì scorso con l’accusa di violenza sessuale su sette pazienti. “Risposte contestualizzate e strutturate”, evidenziano i legali difensori, senza entrare nel merito del racconto del camice bianco, che resta in carcere al Bassone.
L’interrogatorio
Provato da un arresto che lo avrebbe colto impreparato, il medico, Alessandro Antonelli, 59 anni, specializzato in geriatria, da circa un anno e mezzo in servizio come medico di medicina generale a Cernobbio, avrebbe rispondo a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari Massimo Mercaldo. Il professionista è assistito dai legali Edoardo Pacia e Angelo Giuliano. Al momento, i difensori non hanno presentato alcuna istanza di alleggerimento della misura cautelare. Il dottore comasco è in cella al Bassone. “Sono numerosi gli aspetti da valutare e il materiale da analizzare – hanno sottolineato gli avvocati – Dobbiamo approfondire tutti gli aspetti alla luce di quanto emerso. E’ una fase di valutazione ad ampio spettro”.
L’indagine
Le indagini sfociate nell’arresto del medico sono state effettuate dai carabinieri della compagnia di Como, stazione di Cernobbio, coordinati dal sostituto procuratore Antonia Pavan. Agli atti anche le immagini riprese dalle telecamere nascoste dai militari dell’Arma nell’ambulatorio dopo le prime denunce di tre pazienti che hanno accusato il medico di abusi.
Secondo le prime informazioni, il medico, nel corso delle ordinarie visite ambulatoriali, giustificandosi dietro a immotivate esigenze diagnostiche, avrebbe fatto spogliare le pazienti, per poi toccarle e palpeggiarle nelle parti intime. Le presunte vittime sono donne dai 40 ai 60 anni, tutte pazienti in carico ad Antonelli.