“Siamo esasperati, non è possibile un simile accanimento. Forse i frontalieri dovrebbero rispondere incrociando le braccia per due giorni, per far capire quanto sia importante il loro lavoro”. E’ la provocazione del responsabile frontalieri della Cisl dei Laghi Carlo Maderna, che risponde ipotizzando uno sciopero di due giorni alla mozione presentata al Consiglio Federale dal politico ticinese Lorenzo Quadri, nella quale si propone una tassa d’ingresso per i lavoratori italiani in Canton Ticino. Una tassa che, secondo l’esponente della Lega dei Ticinesi, dovrebbe coprire i costi sociali, economici, ambientali e infrastrutturali generati dal flusso costante di frontalieri, per esempio per quanto riguarda il traffico, lo smaltimento dei rifiuti urbani o l’usura delle strade.
“Sembra che il male del Canton Ticino siano i frontalieri” aggiunge Maderna che domani sera a Como parteciperà proprio a un incontro fra i sindacati sugli accordi bilaterali. Parla di “ostilità incomprensibile nei confronti dei lavoratori italiani” anche il direttore della CNA di Como Alberto Bergna che cita anche il recente albo degli artigiani. “I frontalieri non rubano soldi e lavoro agli svizzeri, ma producono ricchezza per il territorio. Spero che la maggioranza dei ticinesi non condivida queste boutade”. Anche la politica si schiera con decisione contro l’ultima provocazione rossocrociata.
Parla di mozione incommentabile e di rapporti in peggioramento il comasco Alessandro Fermi, sottosegretario in Regione ai Rapporti istituzionali nazionali. “Credo sia il caso di fermarsi un attimo e applicare la reciprocità dei rapporti tra Italia e Svizzera come metodo – commenta Fermi – L’occasione di confronto arriverà già la prossima settimana. Il 4 maggio è in programma ad Ascona un incontro bilaterale tra Berna e Roma che per la prima volta avviene lontano dalle sedi governative. La Lombardia parteciperà al tavolo, io sarò presente con l’assessore Francesca Brianza”.