Truffa nel settore hi-tech, operazione della finanza. Vantavano, per l’accusa, contratti miliardari nel settore aeronautico e vendevano azioni di una società che al momento non è neppure stata quotata in borsa. Due comaschi, ai vertici di una società con sede in Lussemburgo sono stati arrestati, uno in carcere e uno ai domiciliari, con l’accusa a vario titolo di truffa, abusivismo finanziario e autoriciclaggio.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Como. I militari delle fiamme gialle hanno eseguito anche il sequestro preventivo di beni e denaro riconducibili agli indagati, oltre che del sito e della App della società coinvolta, la Ixellion.
Gli indagati
I due comaschi arrestati sono componenti rispettivamente del consiglio di amministrazione e del comitato di sorveglianza della Ixellion, società originariamente di diritto estone e attualmente con sede in Lussemburgo. Entrambi sono anche componenti del consiglio di amministrazione di altre società con sede all’estero.
Secondo l’accusa, i due sarebbero responsabili di truffa ai danni di numerosi investitori residenti in diverse zone d’Italia. Tramite chiamate, comunicazioni via mail, pubblicità su giornali finanziari, avrebbero prospettato che la Ixiellon fungeva da holding di un gruppo di aziende attive nel settore dell’innovazione tecnologica e che era prossima la sua quotazione in borsa, a oggi non effettuata. Agli investitori veniva sottolineata soprattutto l’attività nel campo dei filamenti di nickel utilizzati nel settore aeronautico, per un presunto valore di oltre 2 miliardi di euro.
Gli investitori
Gli investitori, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, venivano indotti ad acquistare titoli di valore in realtà nullo o comunque notevolmente inferiore rispetto a quello attribuito durante la contrattazione.
Le accuse
Gli indagati sono accusati poi di abusivismo finanziario poiché avrebbero svolto, senza la necessaria autorizzazione, servizi di investimento e prospettando la prossima quotazione in borsa della società Ixellion. Almeno 160 gli investitori ai quali sono state vendute azioni della società a un prezzo oscillante tra 40 centesimi e un euro. Ipotizzata anche l’accusa di autoriciclaggio di parte dei circa 4 milioni di euro pagati dagli investitori e confluiti su un conto corrente tedesco intestato a una società controllante della Ixellion. I soldi sarebbero stati investiti in attività economiche ma anche nell’acquisto di autovetture di grossa cilindrata, metalli pregiati quali nickel ed oro, materiale hardware e spettrometri fluorescenti.