Carte nazionali dei servizi non riconosciute, carte regionali bloccate. E centinaia di cittadini impossibilitati a usufruire dello sconto benzina. La colpa sarebbe da ricercare nel sistema della carta nazionale di servizi, che non leggere alcuni codici Pin. Un problema che riguarda il 7% delle carte circolanti.
Un caos informatico, che viene denunciato dal consigliere segretario di Regione Lombardia, Daniela Maroni. La comasca, rappresentante anche dei benzinai lariani, ha sollevato il problema a livello regionale e ha convocato il presidente di Lombardia Informatica, dopo aver ricevuto decine di telefonate da parte di gestori di stazioni di servizio che, stamattina, hanno segnalato di non essere riusciti ad applicare lo sconto benzina a cittadini ai quali è stata revocata ogni funzionalità sulla carta regionale dei servizi.
<E’ un problema creato dal Governo – spiega Daniela Maroni – è stato affidato l’appalto a una società francese che non ha previsto, con tutta probabilità, un sistema di lettura del PIN per l’ottenimento dello sconto carburante, provocando in alcuni casi la mancata lettura del microchip, fondamentale per poter accedere alla scontistica. Adesso – continua il consigliere segretario – la soluzione sarebbe quella di ritirare tutte le tessere e riemetterle con questo accorgimento. Fino a qualche giorno fa era possibile intervenire con la carta regionale, ma da oggi, alcune tessere con scadenza dilazionata nel tempo, non sono state riconosciute e, addirittura sono state bloccate. Il problema rischia di raggiungere dimensioni enormi e mandare in tilt tutto l’apparato fino ad ora funzionato perfettamente>.
Maroni ha chiesto di sentire con la massima urgenza il presidente di Lombardia Informatica, Davide Rovera: l’incontro è stato fissato per giovedì prossimo, 7 aprile, e servirà per dettare le strategie per riportare il sistema alla normalità. <Cittadini e gestori – conclude Daniela Maroni – si vedono beffati dallo Stato che omettendo un piccolo particolare nel sistema del servizio, sta creando gravi danni all’economia delle province di Como, Varese e Sondrio>.