<Vogliamo una rotonda in piazza San Rocco. Chiediamo al Comune di sperimentarla>. Un coro unanime, quello emerso di ieri sera nel corso di Nessun Dorma, il talk show di Espansione TV in onda ogni venerdì alle 21.
Una puntata intitolata “giungla urbana” e dedicata ai piccoli e grandi pasticci viabilistici che rallentano il traffico a Como.
Tra le questioni più dibattute spicca lo snodo via Napoleona-piazza San Rocco. Per anni gli automobilisti in uscita da Como hanno compiuto una manovra vietata: un’inversione di marcia attorno all’isola spartitraffico. Nei giorni scorsi, il Comune ha impedito fisicamente la manovra con una serie di new jersey. Un intervento che, tuttavia, ha scatenato due effetti collaterali: qualcuno – pochi, a onor del vero – continua a invertire la marcia ma più avanti, in un punto molto più pericoloso di prima. Altri, la maggior parte, per uscire dalla città e imboccare via Napoleona in salita seguono, intasandolo, il percorso via Grandi-via Italia Libera-via Gramsci.
Molti telespettatori hanno scritto, in diretta, chiedendo la possibilità di realizzare una rotonda in fondo alla Napoleona, in piazza San Rocco, per regolarizzare l’inversione di marcia.
Un’ipotesi sulla quale hanno concordato tutti gli ospiti in studio: da Stefano Vicari, rappresentante dei commercianti di via Milano Alta a Mario Lavatelli, presidente dell’Associazione Comasca Utenti della Strada. Da Lorenzo Peroni, presidente dei tassisti comaschi di Confartigianato, a Franco Bettoni, presidente della Federciclismo di Como.
In sala anche la consigliera comunale Roberta Marzorati, che ha spiegato come – eliminando la manciata di posteggi alla fine di via Grandi e recuperando terreno sul marciapiede opposto – si potrebbe trovare lo spazio per una rotonda. Quindi, tutti gli ospiti hanno chiesto al Comune una soluzione provvisoria. O meglio, sperimentale: tracciare una rotonda con i new jersey, in piazza San Rocco, per consentire a chi arriva dalle vie di quartiere – via dei Mille, via Valmulini, ad esempio – di uscire da Como senza dover fare il giro di mezza città.
Speriamo solo che le menti del comune di Como pensino per bene e trovino una soluzione logica per questo problema. Speriamo che non affidino a società esterne la soluzione che deve essere trovata da chi la vive quotidianamente