Blitz di Niki Lauda al Casinò di Mendrisio per una serata promozionale, legato a un concorso ad un simulatore organizzato dalla casa da gioco. Una toccata e fuga quella del tre volte campione del mondo di Formula 1 che, dopo essere arrivato in anticipo, si è prima concesso – con grande disponibilità – alle domande dei giornalisti e poi ha partecipato alle premiazioni della gara, legata, ovviamente ai motori.
Un Niki Lauda a tutto campo, quello che ha parlato con i giornalisti, con temi a tutto campo, anche con riferimenti comaschi. Per esempio ha parlato del suo rapporto con Arturo Merzario, di cui si è detto un po’ di tutto negli ultimi decenni. Merzario che, doveroso ricordarlo, gli salvò la vita, togliendolo dall’abitacolo della sua Ferrari dopo il drammatico incidente al Nurburgring nel 1976.
“Negli ultimi anni il nostro rapporto è stato cordiale – ha spiegato Lauda – ma all’epoca non mancarono le polemiche. Tutto nasce dal fatto che dopo l’incidente, come in molti ricorderanno, sono tornato alle gare al Gran Premio di Monza. La ripresa non era completa, e mi trovati sballottato in una situazione confusa. Mi portarono a un centro medico dove dieci medici volevano visitarmi. Io stesso vivevo una situazione di grande nervosismo e stress: in pratica non riuscii ad andare da Arturo a ringraziarlo in tutta quella confusione. Lui non la prese bene ma aveva ragione mentre io ero stato stupido”.
Da un personaggio all’altro, da Merzario a Clay Regazzoni, che di Lauda fu compagno alla Ferrari. Il 15 dicembre di quest’anno saranno dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta per un incidente stradale a Parma. “Lo ricordo volentieri – ha spiegato Niki Lauda – Avevamo un buon rapporto ed era una persona perbene: un buon collega nel periodo che abbiamo passato assieme”.
Il tre volte campione del mondo si è poi soffermato sul Gran Premio di Monza, che, come è noto non vive una fase semplice, con la sua messa in discussione. “Ci sono delle piste che sono la base della Formula 1. Penso a Monza, Hockenheim, Nurburgring e Zeltweg: penso che le gare su questi tracciati di grande tradizione debbano essere mantenute”.
Il dialogo con i giornalisti è stato tra passato e presente, con riferimenti alla F1 di ieri e a quella di oggi, in cui Lauda è uomo immagine della Mercedes, la squadra che nel 2015 ha di fatto dominato il campionato. “Mi chiedete se la Formula 1 è monotona per colpa della Mercedes? Ma è un merito essere così competitivi. Ma quest’anno non sarà così facile: vedo una Ferrari, soprattutto Sebastian Vettel, che potrà essere molto più forte e vicina alle nostre prestazioni. In alcuni circuiti anche la Red Bull potrà recitare un ruolo importante e ritengo che il nuovo arrivo, l’Hass Team, che ha il supporto Ferrari, potrà ben figurare”.
Lauda ha smentito le voci di suoi presunti contrasti con il campione del mondo Lewis Hamilton e ha così descritto i piloti del suo team. “Hamilton è un personaggio legato allo showbiz: frequenta i divi di Hollywood, ma quando si mette in auto si trasforma e si concentra solo sulla guida e su ciò che deve fare. Nico Rosberg invece ha sempre in mente soltanto il suo lavoro”.
Sulla McLaren ha detto: “Per quest’anno non la vedo ancora bene, visto che il motore Honda è ancora in fase di sviluppo. Fernando Alonso: poteva rimanere in Ferrari, ma ha scelto di andarsene guardando il lato economico…”.
Come sua abitudine, Lauda ha parlato senza troppi peli sulla lingua. “I team in difficoltà economica? Correre in Formula 1 costa molto e servono budget importanti. Tanti non ci pensano, si buttano in questa impresa e poi alla fine hanno problemi…”. Critiche anche ai cambi di regolamento: “Si sta snaturando la Formula 1 con una serie di regole che non sono nemmeno troppo chiare e che capiremo bene alla prima gara, in Australia. Vedo anche nuove idee sul disegno delle vetture, con parafanghi, coperture: non mi piacciono. Si fa troppo… casino”.
Tra i piloti di ieri non sono mancati riferimenti a James Hunt. Proprio alla rivalità tra Lauda e l’inglese è stato dedicato il film Rush. “Un duello indimenticabile quello del 1976. Il campionato che si chiude con la sua vittoria dopo il mio ritiro nell’ultima gara al Fuji. Ma io non ho perso il Mondiale in quella occasione: Hunt fu decisamente competitivo nelle corse che fui costretto a saltare dopo l’incidente del Nurburgring”.
Non sono mancate frecciatine ad Alain Prost (“Era… francese” ha detto ridendo); parole di stima, invece, per Ayrton Senna. “Se non fosse morto quel giorno a Imola avrebbe vinto ancora molto, perché era top, top, top. Una grande persona fuori anche dalle corse, di grande spessore culturale. Se fosse stato con noi, sarebbe stato ancora amatissimo dalla gente”.
Infine un raffronto tra i piloti di ieri e di oggi. “Le cose sono cambiate. Noi dopo ogni gara eravamo stravolti, oggi, con le macchine moderne, fanno molta meno fatica… Li vedi alla fine dei Gran Premi che non sono nemmeno sudati”.
Massimo Moscardi