Il destino di decine di atleti è appeso a un filo, a causa di un pasticcio burocratico sulle concessioni d’uso del Palasampietro di Casnate con Bernate. Non c’è pace per le società orfane del palasport di Muggiò. Nel dicembre del 2013, il vecchio rudere ai margini di Como – malandato e pericolante – era stato chiuso. E così, le squadre si erano sparpagliate per le palestre delle scuole della città. Alcune si erano spostate al Palasampietro di Casnate, in virtù di una convenzione stipulata tra Comune di Como e la Comense, società sportiva che ha in concessione il Palasampietro fino al 2020.
Ma ora anche le porte del Palasampietro potrebbe chiudersi. È il sindaco di Casnate, comune proprietario della struttura, a spiegare perché.
<Il Comune di Como – dice Fabio Bulgheroni – ha accertato ora, con mesi e mesi di ritardo, che la società Comense ha debiti nei confronti degli enti pubblici e del fisco. Una condizione che ne inibisce i rapporti con gli enti pubblici. Perciò – spiega il sindaco – noi, domani, faremo partire il procedimento di decadenza per ritirare la concessione alla Comense. Siamo obbligati a farlo>.
Se la Comense perdesse la concessione della palestra, cadrebbe anche l’accordo tra Comense e Comune di Como per l’utilizzo della struttura. <Il Comune di Como ha gestito la pratica in modo a dir poco lento – attacca Bulgheroni – se la concessione venisse revocata e il Comune di Como non avanzasse una proposta, dovrei ritirare le chiavi del palazzetto. Ad ogni modo, a noi interessa che il palazzetto venga utilizzato dagli sportivi. Se poi la Comense si dovesse opponesse alla revoca della concessione, la situazione si congelerebbe>, conclude il sindaco di Casnate.
È una partita a tre: società Comense, Comune di Como e Comune di Casnate. Gli atleti, per ora, fanno gli spettatori di questo pasticcio burocratico.
Ma il sindaco di Como, Mario Lucini, rassicura gli sportivi lariani. <Siamo interessati a proseguire la convenzione direttamente con il Comune di Casnate – dice – ho già parlato con Bulgheroni. Vorremmo stipulare un accordo temporaneo fino a giugno, e predisporre nel frattempo un contratto di durata più lunga>.
Tutta la vicenda nasce dal fatto che, lo ricordiamo, ormai Como non ha più un palasport.