Da una parte l’iscrizione all’asilo o alla scuola elementare, dall’altra quella alle rispettive mense. Le due pratiche non sono una la conseguenza dell’altra e creano non poche difficoltà ai genitori. A Como ci sono delle strutture che al momento dell’iscrizione dei bimbi non assicurano automaticamente – come ci si potrebbe aspettare – anche il posto in refettorio per mangiare.
Ma come si arriva a questa situazione? Semplificando accade che in una scuola – in base alle direttive stabilite del Ministero dell’Istruzione – si possono ospitare ad esempio 200 bambini, ma può succedere che le norme che regolano la somministrazione dei pasti e lo spazio per ogni bimbo nei locali adibiti, non consentano una capienza superiore ai 150, ecco che si crea il corto circuito. Di qui le liste d’attesa.
«In effetti è un problema che esiste in alcune scuole dell’infanzia e elementari anche se si tratta della minoranza – spiega il vicesindaco e assessore alle politiche educative di Como, Silvia Magni – Purtroppo sono normative differenti e spesso i numeri dell’una e dell’altra non coincidono. Così magari si può arrivare a 100 alunni nelle classi mentre i vigili del fuoco per la mensa prevedono al massimo 80 posti», aggiunge il vicesindaco.