“Mi impegno a convocare, sulla base di un ordine del giorno che possono approvare i diversi Consigli comunali, tutti i parlamentari lombardi perché facciano sentire la vostra voce di disaccordo”. E’ la promessa fatta dal governatore lombardo Roberto Maroni intervenuto ieri sera a Luino, assieme all’assessore regionale con delega alla Regio Insubrica Francesca Brianza, all’incontro pubblico sui frontalieri, alla luce delle ultime polemiche. Al centro dell’attenzione i tanti nodi irrisolti, dall’accordo Italia-Svizzera al tema del contributo per le prestazioni sanitarie che i lavoratori impiegati oltreconfine dovrebbero versare, secondo la circolare ministeriale del 2015. “Devo ribadire che non si tratta di una interpretazione di Regione Lombardia, ma di quanto disposto dal Decreto ministeriale dell’8 ottobre 1986 e dalla legge 364 del 2000 – ha spiegato Maroni – Noi potremmo sospendere queste richieste – solo in presenza di un impegno del ministro Lorenzin a rivedere il Decreto ministeriale entro due o tre settimane”. Maroni ha quindi parlato dell’accordo fra Italia e Svizzera che nei prossimi anni potrebbe modificare – e non poco – il carico fiscale per i frontalieri. “Regione Lombardia – ha rimarcato il governatore – non è stata coinvolta in questo accordo che modifica le intese del 1974. Non possiamo nemmeno intervenire in fase di ratifica, ma con il sostegno dei parlamentari potremmo chiedere al Governo di ridiscutere l’accordo che, così com’è, non piace”. A questo proposito Maroni lancia anche un cronoprogramma. “Per unire le nostre forze – ha aggiunto – abbiamo uno o due mesi. L’obiettivo è far firmare il nostro e vostro documento di contrarietà ai parlamentari lombardi entro fine aprile”.