Da dodici giorni l’aria di Como – e di buona parte della Lombardia – è irrespirabile. Le timide precipitazioni di sabato non sono bastate a cancellare la cappa di smog che intrappola la Pianura Padana. Pur in calo rispetto alla scorsa settimana, le polveri sottili restano alte in tutta la regione. Tutti i capoluoghi di provincia – ad eccezione di Sondrio – hanno fatto registrare ieri una concentrazione di Pm10 oltre la soglia di guardia. Il limite è fissato a 50 microgrammi di polveri al metro cubo d’aria: Como, ieri, era a quota 65.Cantù, 56. Solamente Erba era in regola, con 31 microgrammi. Le limitazioni sulle auto euro 3 diesel e sui riscaldamenti reintrodotti da Como non sono evidentemente sufficienti ad abbattere le polveri, poiché l’assenza di precipitazioni impedisce la dispersione del Pm10.
Il clima secco e la mancanza di pioggia influisce però non solo sull’aria, ma anche sulle coltivazioni: dalle province di Como, Lecco e Sondrio Coldiretti segnala la presenza di processionarie, vermi urticanti negli alberi di pino, parassiti che di solito appaiono tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, mentre quest’anno a gennaio avrebbero già iniziato a infestare le coltivazioni.
Sempre l’assenza di precipitazioni sta poi abbassando drasticamente il livello del lago di Como, che è al 10,6% di riempimento. Il livello idrometrico è 20 centimetri sotto lo zero, 40 in meno rispetto alla media stagionale. Una quota così bassa da mettere a rischio la tenuta delle rive.