A Como non ha mai sbancato, come in altre province italiane. Alle amministrative 2017 raccolse al primo turno il 5,5% dei voti. Ma in uno scenario ancora poco chiaro e poco prevedibile, il Movimento 5 Stelle potrà avere un ruolo determinante nelle elezioni del 2022.
Al momento l’ipotesi meno probabile (ma non impossibile) è che i pentastellati corrano da soli con un candidato indipendente. L’ipotesi invece più probabile è che si alleino con il centrosinistra, ritrovando a Como gli interlocutori naturali di Roma. In primis, il Partito Democratico.
A parlare delle strategie e dei progetti su Como è il parlamentare del Movimento 5 Stelle Giovanni Currò. Che, innanzitutto, esclude una sua candidatura diretta a sindaco di Como: “Al momento non è una strada che sto considerando”, premette, prima di puntare il dito contro la caccia al candidato. “Si cercano le persone ancor prima delle idee”, dice. “Non basta il nome giusto. La politica ha il dovere di interrogarsi sui grandi temi della città”. L’interlocutore naturale del nuovo Movimento 5 Stelle è il Pd, ma non è una strada scontata, fa intendere Currò. “In questi anni a Roma abbiamo costruito un dialogo in un campo progressista, ma ciò non significa che possa funzionare anche a livello locale”.
Currò si dice pronto a dialogare anche con persone – non partiti – dell’area liberale del centrodestra. Dialogo che sembra invece impossibile (anche per gli scenari romani) con l’attuale centrodestra di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Colpevoli, secondo il deputato pentastellato, di aver portato avanti a Como una lotta di potere che “ha condannato la città all’immobilità per cinque anni”.