Revisione del salario minimo e nessuna eccezione per i contratti collettivi di lavoro: a tal proposito sono in programma domani diverse iniziative in cinque città svizzere. La Cgil del comparto frontalieri sarà presente con una propria delegazione composta dai comprensori di confine di Como, Varese, Sondrio e Verbano Cusio Ossola alla manifestazione di Bellinzona organizzata dall’Unione Sindacale Svizzera, a difesa di un salario dignitoso, a presidio della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a sostegno della solidarietà intergenerazionale ed internazionale tra i lavoratori.
80.000 frontalieri ogni giorno entrano in Confederazione per lavorare
Ogni giorno nei tre Cantoni di confine entrano 80.000 lavoratori italiani fornendo –nei più diversi ambiti di impiego- un contributo indispensabile all’economia elvetica i cui indicatori sono positivi e la cui dimensione è tornata a livelli pre-pandemici, anche grazie agli investimenti a sostegno realizzati negli ultimi 18 mesi da parte della Confederazione e “tuttavia –spiega la Cgil- i lavoratori italiani sono quotidianamente vittime di un fenomeno vasto di dumping salariale inaccettabile.
Difficoltà ordinarie e straordinarie
Alle difficoltà ordinarie e straordinarie della contrattazione collettiva che in Svizzera copre il 50% circa dei rapporti di lavoro, per il sindacato, si aggiungono in queste settimane quelle di centinaia di addetti del settore industriale che saranno privati del salario minimo legale -in vigore dal prossimo 1° dicembre- a causa di un accordo firmato tra uno pseudo-sindacato e un’associazione padronale fantasma, volto secondo la Cgil- “a derogare anche il minimo salariare a beneficio di una concorrenza sleale tra imprese sulla pelle dei lavoratori autoctoni e dei moltissimi frontalieri. Una pratica –conclude il sindacato- inaccettabile”.