La Corte d’Assise di Como ha condannato all’ergastolo Ridha Mahmoudi, il tunisino di 53 anni accusato di omicidio volontario premeditato per la morte di don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso in piazza San Rocco il 15 settembre 2020.
Il pubblico ministero Massimo Astori, al termine di una requisitoria durata circa due ore aveva chiesto la condanna all’ergastolo di Ridha Mahmoudi, tunisino di 53 anni, accusato di omicidio volontario premeditato. Il magistrato ha ripercorso i quasi trent’anni passati dall’imputato in Italia e ha elencato gli elementi per i quali, secondo l’accusa, Ridha è imputabile perché capace di intendere e volere e ha premeditato il delitto.
Il magistrato ha ripercorso ogni istante della mattina del 15 settembre 2020, dalle 6’41’, quando le telecamere mostrano Mahmoudi che arriva in piazza San Rocco fino alle 6’58’’, quando si allontana lasciando don Roberto Malgesini a terra senza vita per suonare poco dopo alla caserma dei carabinieri di Como. “Aprite la porta – dice – Siete dei traditori. Ho ammazzato il parroco di San Rocco”.
“La storia del signor Ridha in Italia è segnata da 6 espulsioni e altrettante condanne e da 14 anni di processi per violenze, maltrattamenti in famiglia e reati comuni – dice Astori – 14 anni inutili per poi arrivare a raccogliere il cadavere di don Roberto”. “Ridha doveva essere il centro del mondo – aggiunge – lui non doveva essere tradito, doveva restare in Italia e ogni ostacolo al suo progetto doveva essere abbattuto. Le 25 coltellate al sacerdote che considerava tra i traditori, gli sfregi al volto, la rivendicazione. Tutto porta a un delitto premeditato”.
La difesa, con l’avvocato Sonia Bova ha invocato l’assoluzione per incapacità di intendere e volere. “Senza una perizia psichiatrica non è giustizia”, ha ripetuto alla Corte.
Dopo poco più di due ore di camera di consiglio la sentenza e la condanna all’ergastolo.