Il green pass esteso a tutto il mondo del lavoro è realtà. Da questa mattina sono scattati i controlli nelle pubbliche amministrazioni e nelle aziende (sia pubbliche che private). Né rinvio, né tamponi gratuiti il presidente del Consiglio, Mario Draghi, non ha fatto passi indietro ed è rimasto su una posizione molto netta.
E così la giornata di oggi segna la partenza dei nuovi protocolli. Verifiche agli ingressi e divieto di accesso al posto di lavoro per chi non è in regola.
Per chi è sprovvisto di certificato verde scatta l’assenza ingiustificata e la sospensione della retribuzione fino a quanto non si adeguerà o comunque fino al 31 dicembre, quando cioè terminerà – secondo quanto previsto attualmente – lo stato di emergenza.
Il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza il documento verde è soggetto a una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro, ma anche per i datori di lavoro è prevista una sanzione per la mancata verifica dei green pass, in questo caso si oscilla dai 400 ai 1.000 euro.
Non è richiesto il pass ai soggetti esenti per motivi di salute dalla vaccinazione, dovranno però esibire la necessaria certificazione medica.
Va precisato che per colf, badanti e baby sitter i padroni di casa hanno l’obbligo di controllare il certificato perché sono a tutti gli effetti dei datori di lavoro, mentre per gli artigiani come elettricisti o idraulici non c’è l’obbligo perché in quel caso il proprietario di casa è un cliente.
Ottiene il green pass chi è vaccinato o chi ha un tampone negativo (la durata è di 48 ore) o chi ha un certificato che attesti l’avvenuta guarigione dal Covid.