Una nuova linea (la terza), per completare il processo industriale di depurazione delle acque reflue, i fanghi delle fognature cittadine, nel termovalorizzatore di Como. È il progetto presentato da Acsm Agam, società che opera nel campo delle utilities raggruppando quelle di Monza, Como, Lecco, Sondrio e Varese. Domani, il primo confronto pubblico tra l’azienda e i cittadini. Un modo per presentare il dossier del progetto da 57 milioni di euro e che interesserà, se autorizzato da Regione Lombardia, dal 2025 l’area adiacente all’impianto esistente, in località La Guzza, nella periferia meridionale della città.
La tecnologia proposta – detta “a letto fluido”– come spiegato dal gruppo, sarebbe in linea con le politiche di sostenibilità ambientale e di economia circolare definite nel Piano Industriale 2021-2025. E rappresenterebbe il secondo esempio in Italia: il primo è già in costruzione a Sesto San Giovanni (Mi).
“Siamo convinti che il piano elaborato risponderà alle esigenze del nuovo Programma Regionale Gestione dei Rifiuti, che per i fanghi (la Lombardia è la regione che ne produce di più) dovrebbe prevedere la necessità di diversificare i trattamenti in un’ottica di autosufficienza e prossimità con le nuove tecnologie emergenti, destinando all’agricoltura solo fanghi di elevata qualità” ha spiegato l’Amministratore Delegato di Acsm Agam Paolo Soldani.
L’impianto, da progetto, non sarebbe a cielo aperto come le vecchie strutture, così da ridurre gli odori derivanti dal trattamento delle sostanze. Esternamente, la terza linea si unirebbe alle altre due, in un disegno che ricorda per forma e colori, una foglia rovesciata il cui picciolo sarebbe la ciminiera alta 60 metri. “Un’idea” ha aggiunto Elisabetta Fasola, responsabile del termovalorizzatore, “per riqualificare le attuali strutture”.