Marianna Sala, presidente del Corecom Lombardia, è la nuova coordinatrice nazionale dei Comitati per le comunicazioni delle Regioni e delle province autonome.
Sala è stata eletta, all’unanimità, dall’assemblea in presenza dei presidenti, svoltasi a Roma nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia. Avvocato, patrocinante in Cassazione, Sala ha all’attivo numerose iniziative in materia di diritto delle comunicazioni e varie pubblicazioni di attualità, tra queste “fakenews” e “disinformazione nella pandemia”.
Il ruolo del Corecom
L’organismo di cui ora è alla guida ha la funzione di coordinare l’attività dei Corecom nei rapporti con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che ha delegato ai Comitati regionali l’esercizio di numerose funzioni: dalla vigilanza sulle emittenti radiotelevisive regionali e locali, alla definizione delle controversie tra utenti e operatori di telefonia e di fornire supporto tecnico alla Conferenza permanente dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, dove ha la sua sede.
Primo obiettivo: valorizzare le sedi territoriali
“Un compito che mi sono prefissata –commenta Sala- è quello di valorizzare molto i territori dando il giusto peso a ciascun Corecom, per questo svolgeremo le nostre riunioni periodiche non solo a Roma, ma anche nelle diverse sedi regionali: per dare il giusto valore alle peculiarità di ciascuno, questo –sottolinea- rappresenta la vera realizzazione del principio del pluralismo del nostro Paese, ogni regione merita attenzione e di avere voce nella comunicazione”.
Secondo: vigilare e tutelare internet e i suoi utenti
In vista la scadenza, il 31 dicembre, dell’accordo quadro tra Agcom e Regioni riguardo alle deleghe ai Corecom: “Il mio ruolo come coordinatrice sarà importante: si tratta –chiarisce- di un passaggio storico perché è in fase di rinnovo il Testo unico dei servizi di media e audiovisivi -Tusmar-: in questo passaggio si avrà anche un ampliamento del ruolo e delle deleghe del Corecom e dell’Agcom, anche rispetto a internet. Le piattaforme digitali sono da sempre considerate una sorta di far west, ora –conclude Sala-si va verso la regolamentazione e noi siamo chiamati a vigilare e a tutelare gli utenti anche in caso di situazioni pregiudizievoli”.