Sentenza di primo grado oggi nel processo per i presunti abusi nel Preseminario San Pio X, a Palazzo San Carlo, che ospita i “chierichetti del Papa”. Il Tribunale vaticano ha prosciolto gli imputati, due preti della diocesi di Como, don Gabriele Martinelli, 28 anni, e don Enrico Radice, 72 anni. Il primo era accusato di abusi sessuali su altri allievi mentre il secondo, all’epoca rettore del Preseminario, era accusato di favoreggiamento.
L’accusa aveva chiesto 6 anni di reclusione per il primo e 4 per il secondo. Al termine del processo, durato un anno, il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone ha letto la sentenza “In nome di Sua Santità Papa Francesco”. Don Gabriele Martinelli è stato dichiarato “non punibile, limitatamente ai fatti contestatigli fino al 9 agosto 2008, in quanto minore degli anni sedici”, e assolto “dai reati a lui contestati in relazione al periodo successivo al 9 agosto 2008 per insufficienza di prove”.
Don Enrico Radice, in relazione ai fatti contestati come commessi nell’ottobre 2013, è stato assolto “per intervenuta prescrizione” e, “in relazione alla contestata creazione di una lettera ad apparente firma del vescovo di Como monsignor Diego Coletti”, assolto “perché il fatto non sussiste”.
Le indagini erano state avviate nel novembre del 2017. Nonostante i fatti denunciati risalissero ad anni in cui la legge in vigore impediva il processo in assenza di querela della persona offesa, il rinvio a giudizio è stato possibile grazie a un apposito provvedimento di papa Francesco.
Ed ecco le parole della Diocesi di Como dopo la sentenza: “Accogliendo con rispetto la decisione dei magistrati, la Diocesi di Como esprime paterna vicinanza e piena solidarietà a tutte le persone e le comunità ecclesiali ferite in vario modo da questa dolorosa vicenda.
La sentenza è stata resa al termine di un procedimento complesso, nel quale la Diocesi di Como – animata dalla volontà di compiere ogni sforzo per garantire un servizio alla verità, alle persone e alla chiesa – ha offerto fin dall’inizio la più ampia collaborazione, mettendo a disposizione del promotore di giustizia vaticano il fascicolo relativo all’indagine previa espletata dal delegato vescovile”.
“Confidando che la chiusura del processo e il ristabilimento della giustizia potranno offrire un’autentica occasione di rinnovamento comunitario – aggiunge – la Diocesi di Como ringrazia tutti coloro che, sospinti da amore per la verità, hanno contribuito all’accertamento dei fatti e invita tutti i fedeli a pregare affinché il Signore possa donare a ognuno di noi la forza interiore per affrontare con trasparenza ed equità questa non facile vicissitudine”.