Mais, prati e pascoli nel mirino dei cinghiali: è un’escalation preoccupante quella dei danni da cinghiali che colpisce l’intero comprensorio lariano: “In questi giorni, gli agricoltori che entrano nei loro appezzamenti scoprono di aver lavorato per i cinghiali, che hanno devastato i campi” spiega Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco.
Devastazione continua di prati e pascoli
Gli ettari devastati non si contano: mais in pianura e fino al medio asse del lago do Como, mentre salendo in collina e montagna si assiste a una devastazione continua di prati e pascoli: come quelli di Mario Tiraboschi a Cerano d’Intelvi, che riferisce come “negli ultimi giorni le incursioni degli ungulati si siano moltiplicate a dismisura, rovinando tutto. Se continuerà così, nemmeno la prossima primavera potremo avere l’erba necessaria ad alimentare i nostri animali. Non sappiamo davvero più cosa fare”.
Problema concreto
Situazione disperata anche in Tremezzina, dove Gianna Pesenti si è più volte ritrovata con i prati dell’azienda agricola rovinati: “Essi sono vicino alla strada, va da sé che si tratta di un pericolo anche per la collettività: “Il problema è concreto da anni ma è peggiorato costantemente. La situazione è diventata insostenibile: è un autentico disastro, sia per l’attività agricola, sia per la sicurezza dei cittadini, dato che il problema interessa zone abitate. Nei prati invasi i cinghiali ricrescono solo erbacce inutilizzabili come cibo per i bovini, va da sé che il danno economico è molto ingente. I cinghiali arrivano soprattutto di notte alla ricerca di cibo, e le scorrerie nei nostri appezzamenti sono continue”. “Il numero di cinghiali è così elevato che nessuna misura finora adottata è riuscita a scalfire il fenomeno” commenta il presidente Trezzi. “Quelli descritti sono solo la punta dell’iceberg dei danni prodotti dall’eccesso di ungulati. Le segnalazioni da parte delle imprese agricole sono a pioggia, in ogni angolo delle due province, con conseguenze pesanti economiche dirette e indirette, e anche di altra natura”.
Branchi sempre più vicini alle case
Come detto, anche nelle due province lariane i branchi di cinghiali si spingono sempre più vicini anche a paesi e abitazioni: un problema ormai comune a tutta l’Italia, dove oltre alla distruzione dei raccolti si conta un bilancio di danni e di pericolo pesante, dall’aggressione di animali, all’assedio di stalle, agli incidenti stradali causati dalle invasioni di carreggiata che hanno provocato morti e feriti; senza contare che ormai, i selvatici hanno pure raggiunto le città, ove razzolano tra i rifiuti con ulteriori rischi per la salute e la sicurezza delle persone. A livello nazionale dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari – sottolinea Coldiretti – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute.