Vaccinazione obbligatoria anche per gli addetti delle Rsa, emergono i primi casi di chi non vuole adeguarsi.
Nelle strutture che fanno capo alla Fondazione Cà d’Industria si parla di «una decina di casi – spiega il presidente Gianmarco Beccalli – E alcuni non sembrano intenzionati a tornare sui loro passi. Da tempo stiamo cercando di spiegare la situazione a quanti sono contrari. Stiamo cercando di convincerli per fare in modo che non arrivino impreparati al 10 ottobre perché poi non si potrà fare altro se non applicare quanto previsto». Il decreto parla chiaro: «Dal 10 ottobre al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, tutti i soggetti, anche esterni, che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa nelle strutture di assistenza degli anziani (Rsa) hanno obbligo di vaccinarsi. Dai fisioterapisti agli animatori, al personale che si occupa dei pasti e delle pulizie», si legge nel testo. E le conseguenze di un mancato rispetto sono altrettanto chiare: «Il lavoratore sprovvisto del vaccino anti-Covid viene sospeso dalla prestazione. «Purtroppo alcune di queste persone sono consapevoli di cosa accadrà – aggiunge il presidente Beccali – ma sono altrettanto fermamente convinte di non volersi vaccinare. Quindi a noi non rimarrà che applicare quanto previsto. Sono numeri contenuti ma che comunque esistono».
La situazione sul territorio è ovviamente nota anche sul fronte sindacale. “Le segnalazioni sono contenute a noi il compito di monitorare” spiegano Cgil, Cisl e Uil.