Un’Odissea. Una storia infinita. Il cantiere sul lungolago di Como sembra maledetto: nel momento in cui i lavori sono sul punto di ripartire, spunta un nuovo intoppo. Un nuovo ostacolo da superare, di natura tecnica o burocratica. Una nuova boa da aggirare.
E’ accaduto diverse volte, dal 2008, anno in cui è partito il cantiere. L’ultima proprio in queste ore: l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha chiesto al Comune di Como chiarimenti su aspetti che, evidentemente, l’organismo presieduto da Raffaele Cantone ritiene di dover analizzare in modo più approfondimento. Documenti che Palazzo Cernezzi ha dieci giorni di tempo per inviare a Roma. Il carteggio tra Municipio e Anac inizia a gennaio di quest’anno. Dopo l’approvazione della terza perizia di variante – il terzo e ultimo progetto di lungolago e paratie antiesondazione di Como, il Comune decide di inviare il faldone a Roma, per far verificare all’Anticorruzione la correttezza della procedura prima dell’avvio dei lavori. Lavori che sono fermi, lo ricordiamo, dal 2012.
A giugno l’Anticorruzione manda gli ispettori a Como per acquisire carte e documenti. A fine luglio, l’autorità si pronuncia: sessanta pagine di relazione nelle quali emergono diversi rilievi critici. In poche parole, una doccia gelata.
Il Comune replica a inizio ottobre, modificando il progetto secondo tutte le indicazioni fornite dall’Anticorruzione. Stralcia alcune opere di finitura dall’appalto principale, e alleggerisce la voce “sorprese geologiche” appesantendo il capitolo “errori e omissioni progettuali”. Una manovra che rende ancor più tesi i già delicati rapporti tra l’amministrazione e i progettisti originari. La procedura si era fermata a questo punto. Il Comune attendeva un via libera dall’Anticorruzione, ma – come anticipato – Anac ha ora avanzato nuove richieste. In particolare, informa il Comune, le domande riguardano l’eventuale incompatibilità tra la direzione lavori e l’attività svolta da parte dell’ingegner Pietro Gilardoni, nel periodo precedente il suo incarico pubblico, quando esercitava come libero professionista, e le modalità esecutive della vasca già realizzata.Il tecnici del Comune stanno scrivendo la risposta. La invieranno a Roma entro dieci giorni.
Pane acqua…..E’ la soluzione…..