L’età del primo rapporto sessuale si abbassa ma la conoscenza dei rischi e dell’importanza della prevenzione non va di pari passo. Il risultato, come rivelano gli esperti di Asl e Sant’Anna, è un preoccupante aumento delle malattie a trasmissione sessuale in tutte le fasce di età, a partire dai giovanissimi. Si ripresentano patologie che si pensavano scomparse, come la sifilide e compaiono nuove problematiche, ad esempio infezioni trasmesse tramite rapporti orali non protetti. Nel vecchio Sant’Anna, in via Napoleona, da tempo Asl e azienda ospedaliera hanno attivato un centro dedicato proprio alle malattie sessualmente trasmesse. I pazienti accedono gratuitamente e senza impegnativa e possono effettuare nel totale rispetto della privacy tutti i test legati alle malattie a trasmissione sessuale. Nel 2015, da gennaio a ottobre, complessivamente gli accessi hanno sfiorato quota 1.200. Il settore gestito dall’ospedale, concentrato soprattutto sulla cura, ha avuto 652 pazienti, in particolare tra i 30 e i 50 anni ma con un aumento di quelli nella fascia 18-30.
“Abbiamo accertato 10 nuovi casi di sifilide e 12 di uretriti molto particolari – spiega Amelia Locatelli, responsabile del centro – Il problema in assoluto più diffuso resta però il papilloma virus, che riguarda oltre il 75% dei pazienti che accedono al servizio”. La collega dell’Asl Annalisa Donadini sottolinea il problema dei più giovani. “Manca la cultura della prevenzione – dice – I pazienti vengono sottoposti ai test per valutare il possibile contagio di malattie a trasmissione sessuale, ma oltre a questo cerchiamo di trasmettere la consapevolezza sui rischi, di favorire un cambiamento culturale”.
“L’età del primo rapporto sessuale si è abbassata attorno ai 13 anni – dice ancora Locatelli – I ragazzi però hanno un atteggiamento ludico nella gestione della sessualità, cambiano frequentemente partner e purtroppo non hanno informazioni corrette sui rischi ai quali vanno incontro e sulla prevenzione. Arrivano troppo tardi alla consapevolezza sui comportamenti a rischio e quando si preoccupano del loro stato di salute possono aver già contratto patologie a trasmissione sessuale”.