A inizio novembre dovrebbero partire i lavori per la realizzazione della Variante della Tremezzina. Un maxi-cantiere che, nella migliore delle ipotesi, occuperà la sponda occidentale del lago di Como per cinque anni. L’opera è necessaria e attesa dal territorio da decenni. Al tempo stesso, però, le ripercussioni del cantiere sulla statale Regina – che potrebbe essere chiusa per mesi – sono a dir poco impegnative.
Il parlamentare lariano di Fratelli d’Italia Alessio Butti parla di “territorio inascoltato”. La logistica dei lavori, aggiunge Butti, andava negoziata “molto tempo prima, non a un mese e mezzo dall’ipotizzata apertura del cantiere”. “Se alcune informazioni tecniche fossero state rese pubbliche con tempestività – continua il parlamentare lariano – avremmo potuto in un solo colpo garantire i residenti, i pendolari, i frontalieri, gli operatori economici e i sindaci del territorio che subirà le conseguenze della chiusura della Regina ad ogni tipo di transito per quattro mesi”.
Butti conclude affermando che, al momento, non è chiaro se il trasporto pubblico e la navigazione possano garantire un’alternativa alla Regina e a quali costi. Ma ricorda anche che in queste situazioni “i sindaci negoziano sempre un equo indennizzo per i territori penalizzati. Le istituzioni devono farsi carico delle pene delle piccole comunità lariane”.