La Camera di Commercio di Como potrebbe essere fusa con Lecco. Il nuovo soggetto, la Camera di Commercio del Lario, a sua volta potrebbe essere accorpata con Monza, creando così il secondo ente camerale della Lombardia, dopo Milano,
L’ipotesi è stata analizzata stamattina nel corso del Tavolo per la Competitività e lo Sviluppo della Provincia di Como, che riunisce i principali esponenti lariani nell’ambito di economia, politica e parti sociali.
All’articolo 10, la legge 124 del 7 agosto 2015 viene delineati i criteri per il riordino delle Camere di Commercio, fissando a quota 75mila il numero minimo di imprese di un ente camerale. Sotto questa soglia, scatta l’accorpamento.
Solamente Varese e Monza e Brianza potrebbero, per dimensioni, mantenere una Camera di Commercio autonoma. Né Como – 60mila aziende – né Lecco – 33mila – hanno i numeri per restare indipendenti, quindi è prevedibile – anche per omogeneità di territorio – che i due enti si uniscano per formare quella che, nell’ipotesi del Tavolo per la Competitività, viene chiamata Camera di Commercio Lario.
Un nuovo soggetto che, sempre nelle ipotesi presentate questa mattina, potrebbe aggregarsi con Monza e Brianza, formando così la Camera di Commercio Lario e Brianza, ente che conterebbe 184mila aziende e, quindi sarebbe seconda solamente Milano, con 451mila imprese.