In svizzera la discussione sulla somministrazione dei vaccini anti Covid si spinge anche oltre confine. O meglio, interessa tutti quei cittadini che i confini li varcano ogni giorno in entrata e uscita. I frontalieri.
Ora che oltre il 50% dei residenti nella Confederazione elvetica ha terminato il ciclo di immunizzazione e tenendo conto del numero di dosi disponibili, il Consiglio federale ritiene che anche gli svizzeri all’estero e i frontalieri che non hanno una cassa malati possano avere accesso al vaccino.
La proposta attualmente sul tavolo di parti sociali e cantoni, sembrerebbe fattibile quindi, sebbene delicata soprattutto per quanto riguarda la copertura dei costi.
Fino ad ora infatti, hanno potuto vaccinarsi –gratuitamente- in Svizzera solo i residenti, i frontalieri che lavorano nelle istituzioni sanitarie e i cittadini stranieri provvisti di assicurazione obbligatoria.
Secondo il Consiglio federale, a questo punto della campagna vaccinale, l’accesso gratuito al vaccino anti Covid sarebbe estendibile anche ad altre persone, e cioè quelle che hanno un legame stretto con la nazione rossocrociata e non hanno un’assicurazione obbligatoria. Si parla quindi di svizzeri residenti all’estero, dei loro parenti stretti e dei frontalieri. Proprio per quest’ultimi, i costi della vaccinazione sarebbero assunti dalla Confederazione, considerando che loro presenza può influenzare l’andamento della pandemia.