Da alcune centinaia di migliaia di euro fino a un milione e mezzo. Entro queste cifre – e la differenza tra un’ipotesi o l’altra non è certo di poco conto – oscilla il costo per il lavoro di bonifica sull’ultima porzione ancora in standby dell’area Ticosa.
Come è noto, infatti, all’appello manca la cosiddetta “cella 3”, quella che sorge nei pressi della Santarella, per la quale è in corso una fase di valutazione.
Al momento lo spazio è stato messo in sicurezza e coperto da teli, ma entro breve bisognerà almeno partire con un piano di caratterizzazione (una sorta di catalogazione) per capire quali materiali e in quali quantità devono essere rimossi.
La conferma arriva dall’assessore all’Ambiente del comune di Como, Bruno Magatti.
<Prima di procedere con i lavori – ha chiarito – è necessario fare una stima rigorosa di quello che c’è in modo tale da avere dati puntuali in termini di volumi, per poi procedere con una gara d’appalto>. <Soltanto con queste informazioni – aggiunge – si potrà avere un quadro più preciso anche dei costi, al momento – ha sottolineato – le cifre in gioco variano da poche centinaia di migliaia di euro fino a un milione e mezzo, tutto dipenderà da cosa emergerà dalle indagini>.
Quel che è certo è che il conto totale della bonifica dell’area – che già si attesta intorno ai 4 milioni di euro – potrebbe diventare ancor più salato.
La caratterizzazione spetterebbe al comune di Como, pur parlando di tempi brevi l’assessore però non annuncia date. <Dobbiamo tener conto delle risorse disponibili – dice ancora Magatti – a mio parere prima diamo una risposta a queste domande meglio sarà per tutti, ma al momento non posso sbilanciarmi. Con tutti i dati a disposizione – ribadisce – potremo avere un quadro possibile della spesa>. <A quel punto – dice infine – si potrà pensare anche (qualora la trattativa con Multi procedesse senza intoppi) di trovare un accordo per i lavori con i privati>.
Intanto, in attesa di capire come Palazzo Cernezzi si muoverà, stamattina i residenti e gli automobilisti di passaggio non hanno potuto fare a meno di notare la presenza di operai nell’area di cantiere, proprio a ridosso di via Grandi. Erano addetti dell’Enel in azione per un’infiltrazione d’acqua all’interno della cabina elettrica che si affaccia sulla strada.