“Non ho l’autorità per controllare i miei clienti”, dopo la decisione del governo di rendere obbligatorio il green pass per entrare in bar e ristoranti, parla Giovanni Taiano, presidente del settore ristorazione della Confederazione nazionale dell’Artigianato del Lario e della Brianza: “Sono contrariato non per la legge di per sé, che è corretta, ma per il controllo sui miei clienti, io –spiega Taiano- non ho l’autorità per poter verificare i loro documenti privati, non possono chiedere a me, che sono titolare di un’attività di ristorazione, di controllare se i miei clienti hanno fatto il tampone o hanno il green pass”.
Con la sala piena difficile controllare i certificati
Taiano ed i suoi dipendenti, 10 fissi nel locale, e 10 addetti alle consegne -come lui stesso tiene a sottolineare-, sono tutti vaccinati. Il presidente della categoria di Cna si dice d’accordo sull’uso del certificato verde, ad esempio, per prendere treni e aerei ma non per accedere al ristorante. Il problema –spiega- è legato sia all’autorità per chiedere l’esposizione del documento da parte dei clienti diretti ai tavoli all’interno del locale, sia organizzativo, e riporta il suo caso: “Prima delle misure anti Covid –spiega- avevamo circa 90 posti, adesso ne posso far sedere 56: a pieno regime non è possibile fare un controllo all’ingresso, lo staff è impegnato nel servizio, non può mettersi ad effettuare questo genere di accertamenti”.
Avanti con le vaccinazioni per uscire dall’emergenza
I dipendenti si occupano di controllare la temperatura agli ospiti ma, ricorda il presidente dei ristoratori della Cna, quando era obbligatorio fornire il numero di cellulare molte persone erano contrariate, per loro si trattava di una violazione della privacy. “Auguriamoci–conclude Giovanni Taiano- che prosegua la campagna vaccinale e finisca tutto questo”.