Avrebbe iniziato la sua attività di proselitismo per l’isis nel carcere di Como, dove è stato detenuto dal 2015 al 2017, il marocchino di 35 anni arrestato con le accuse di associazione terroristica e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. L’ordinanza, risultato di un’indagine del pool antiterrorismo di Milano e degli agenti del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, è stata notificata al marocchino nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza, dove è detenuto attualmente.
Dopo le attività di proselitismo al Bassone, l’attività del marocchino sarebbe proseguita in altre carceri – Pavia, Torino, Potenza, Agrigento, Palermo, Catania, Messina, Catanzaro – dove è stato detenuto per reati comuni come spaccio e rapine.
L’uomo avrebbe avuto atteggiamenti intimidatori nei confronti di altri detenuti, per convincerli a radicalizzarsi, perché, come spiegato dagli inquirenti, la sua “fede nel radicalismo islamico lo legittimava, a suo dire, a comportarsi così, come un violento fanatico”. Anche agli agenti avrebbe detto di essere pronto a tagliare la gola agli italiani.