Medici e operatori sanitari non vaccinati contro il coronavirus: una squadra creata ad hoc dal dottor Romualdo Grande, Responsabile Malattie Infettive e Governance Vaccinale dell’Ats Insubria, sta procedendo nei controlli del personale sanitario che ancora non risulta vaccinato, che ha portato da 6.000 nominativi iniziali a meno di 5.000 mila soggetti da valutare, questo ha permesso di mandare un invio di 3.800 pec a cui è seguito un secondo invio. Ad oggi, sono arrivate più di mille risposte in fase di valutazione.
“Discorso complesso”
E’ un discorso complesso quello sull’obbligo vaccinale del personale medico-sanitario e che evidenzia aspetti che andranno valutati a livello normativo, come è stato spiegato oggi dai vertici dell’Agenzia di Tutela della Salute. “Quello che sicuramente abbiamo visto – ha commentato il direttore sanitario Giuseppe Catanoso- è che le lettere funzionano, perché chi l’ha ricevuta si sta vaccinando, i numeri dei no vax sono ridotti rispetto alla quantità di segnalazioni che abbiamo”.
I provvedimenti
“Per quanto riguarda i provvedimenti – ha spiegato il dottor Grande – noi siamo incaricati, una volta verificata l’inadempienza vaccinale, di avvertire il soggetto, il datore di lavoro e l’ordine professionale. I provvedimenti coercitivi o punitivi non sono di nostra competenza, noi abbiamo solo funzione ispettiva”. Intanto, mentre prosegue la campagna vaccinale, resta alta l’attenzione dell’Ats sulla diffusione del Covid, con il monitoraggio dei centri estivi che hanno adottato i protocolli di sicurezza scolastici, e delle varianti ad oggi individuati 14 casi nel territorio di competenza, in provincia di Como una persona è risultata positiva alla variante Delta, un’altra, una signora di rientro dal Perù suo Paese d’origine, alla variante Lamda.