“Non sono mai stato in quella casa”. Respinge le accuse il nigeriano di 26 anni arrestato con l’accusa di aver rapinato e violentato una pensionata quasi novantenne nella Bassa Comasca. Interrogato in carcere, il giovane, senza fissa dimora e con due richieste di asilo politico respinte, si sarebbe difeso negando ogni responsabilità. Il giudice dell’udienza preliminare di Como Carlo Cecchetti ha confermato la custodia cautelare in carcere e l’uomo resta dunque al Bassone. L’indagine è coordinata dal pubblico ministero Mariano Fadda.
I carabinieri della compagnia di Cantù hanno fermato il nigeriano in uno stabile abbandonato a poca distanza dall’abitazione della vittima. Aveva ancora con sé il cellulare della pensionata. Durante l’interrogatorio, assistito dall’avvocato Fabio Lucchese, il nigeriano avrebbe detto di non sapere come mai quel telefono fosse proprio dove lui aveva deciso di trascorrere la notte.
Le prove
Contro il 26enne i carabinieri hanno raccolto altri elementi oltre al cellulare. La stessa vittima, che nonostante lo shock ha fornito una descrizione precisa dell’aggressore, ha riconosciuto il nigeriano. L’immigrato arrestato avrebbe detto però che, al momento della violenza, alle 21 di venerdì sera, era per strada tra Monza e Cislago.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 26enne sarebbe entrato nell’abitazione della pensionata forzando una finestra. Sorpreso dalla donna mentre rovistava in cucina, il giovane l’avrebbe aggredita e trascinata in camera da letto, dove l’avrebbe violentata. Quando l’aggressore si è allontanato la pensionata, sconvolta è riuscita a raggiungere la casa del figlio, a poca distanza dalla sua per chiedere aiuto. I carabinieri hanno rintracciato e bloccato poco dopo il presunto responsabile.
Le polemiche
E’ polemica intanto anche sui ritardi nella procedura di espulsione dell’immigrato. Il 26enne aveva presentato una richiesta di asilo che era stata respinta e aveva fatto ricorso contro la decisione. Il tribunale di Milano ha valutato l’istanza e deciso per il rigetto nell’aprile del 2020, ma solo un anno dopo, il 5 aprile scorso, il decreto è stato firmato ed è diventato effettivo. Nel frattempo il nigeriano nel novembre scorso era uscito dal carcere del Bassone e si era reso irreperibile. Fino a sabato scorso, quando il suo nome è tornato alla ribalta perché sospettato della brutale aggressione alla pensionata.