ll Covid incide, inevitabilmente, sui conti di Lariofiere di Erba. L’assemblea dei soci ha presentato il conto consuntivo e allo stesso tempo ha rilanciato per l’immediato post pandemia con lo sguardo rivolto al futuro.
«La perdita prevista nel bilancio 2020 e di circa 880mila euro – spiega il presidente Fabio Dadati – In termini di ricavi siamo invece sotto di oltre un milione e 600mila euro, pari al 55% del fatturato. Rispetto però alle altre fiere lombarde siamo posizionati bene se si considera che altri enti hanno fatto registrare perdite fino all’80%». Decisivo, ad esempio, «essere riusciti a portare a termine degli eventi importanti come “Fornitore Offresi” che si era chiusa poco prima del lockdown di Codogno».
Altre voci che hanno contribuito a limitare le conseguenze, i ristori del governo e l’hub vaccinale. E per il futuro «è stato presentato un piano industriale dettagliato che si svilupperà nei prossimi 5 anni», aggiunge il presidente. Piano per il quale sarà necessario eseguire una serie di interventi drastici di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla struttura di Lariofiere. Da lavori sulla sicurezza degli accessi, alla pavimentazione delle aree espositive, al risparmio energetico. «E per tale operazione c’è bisogno dell’aiuto dei soci che abbiamo chiesto e che dai primi confronti sembrano essere favorevoli. Certo poi il tutto dovrà sottostare a dei passaggi formali». La cifra necessaria ammonta a 1 milione e 800 mila euro, quella “a carico” dei soci sarà pari a un milione. Punto questo sul quale alcune voci sembravano indicare una certa tensione sulla ripartizione della cifra. Tensioni che vengono però smentite. «Nessun allarme, ogni socio, se saranno confermate le prime indicazioni improntate all’ottimismo parteciperà in base alla propria quota con dei conferimenti al fondo di dotazione. Non si tratta infatti di un aumento di capitale», conclude Dadati.
Il sindaco di Erba, Veronica Airoldi, conferma la tranquillità. «Il piano industriale presentato vuole guardare al futuro – dice – e prevede una serie di investimenti in conto capitale. Non ci sono attriti ma ogni socio contribuirà in base alla propria percentuale nella società. Così il nostro Comune con circa il 7%, la Provincia di Lecco (altro socio) con il 9% e il restante all’ultimo componente che è la Camera di Commercio di Como e Lecco. Ciò che conta è che il piano sarà utile a rilanciare l’ente e lo aprirà a nuove prospettive di sviluppo, incentivando ad esempio anche la possibilità di organizzare spettacoli e altri eventi. Bisogna guardare avanti e superare il Covid» chiude Airoldi.
A confermare il percorso il presidente della Camera di Commercio di Como e Lecco, Marco Galimberti. «Dopo questo anno difficile è emersa la necessità di investire per il rilancio. Abbiamo discusso e condiviso al nostro interno il piano e ci siamo impegnati a far partire una verifica in tutti gli organi collegiali camerali. Sentiamo infatti – conclude – la responsabilità di ripartire e di fare la nostra parte».