Il no della giunta di Como all’autosilo di viale Varese divide l’aula consiliare di Palazzo Cernezzi e suscita malumori all’interno della maggioranza. «La bocciatura è stata un errore – attacca il consigliere del Pd, Gioacchino Favara – Io ho sempre sostenuto quel progetto – aggiunge – era una opportunità da cogliere al volo. Un’operazione a costo zero, non capisco il motivo che ha spinto la giunta a non raccogliere in modo favorevole la proposta».
Una posizione netta alla quale si contrappone dagli stessi banchi quella di Andree Cesareo. «Io concordo con la scelta di bocciare l’opera per diverse ragioni – dice – Il progetto avrebbe mantenuto i parcheggi a raso senza risolvere il problema della viabilità sull’asse di viale Varese. Inoltre si sarebbe trattato di un’opera complessa, in una zona in cui è facile trovare reperti».
Dai banchi della minoranza, Marco Butti (Fratelli d’Italia) era favorevole all’opera e parte all’attacco. «È stata una clamorosa retromarcia rispetto all’entusiasmo palesato dalla giunta ai tempi della presentazione del progetto – spiega – Le motivazioni del no sono ridicole. Vengono identificate altre zone per i parcheggi troppo distanti dal centro. È l’ennesima dimostrazione dell’incapacità della giunta di trovare soluzioni per la convalle». L’autosilo invece non aveva mai convinto Alessandro Rapinese di Adesso Como. «Sarebbe stato un cantiere troppo complicato da gestire per questa amministrazione – ha chiarito – Anche questa vicenda è stata affrontata con approssimazione dilettantesca». Chiude il dibattito il sindaco di Como, Mario Lucini. «Noi ci siamo incontrati più volte con i privati che hanno proposto l’opera, anche in occasione della presentazione delle integrazioni al progetto – ha sottolineato – Ci sarà ancora occasione per ragionare in futuro di questo progetto e di altri sulla città, ma su viale Varese abbiamo messo dei paletti che si dovranno rispettare». «Secondo noi in questo momento le condizioni non sono compatibili con le prospettive di mobilità urbana. Nonostante lo sforzo dei progettisti erano rimasti dei parcheggi a raso. Inoltre – conclude Lucini – avremmo dovuto fare i conti con i mancati introiti per la cancellazione dell’attuale area di sosta per un numero consistente di anni e in queste condizioni di finanza pubblica sarebbe stato pericoloso».