Strutture intermedie che riducano gli accessi impropri agli ospedali, medici di base sempre più protagonisti, ruolo delle amministrazioni locali.
Il consiglio regionale avvia il percorso di revisione della legge del 2015 che ha riformato il modello dell’assistenza sanitaria in Lombardia.
L’obiettivo è inserire misure correttive alle criticità emerse in questi anni di applicazione della norma. L’iter prevede la presentazione del progetto di riordino entro fine luglio per arrivare all’approvazione entro l’anno.
«Questo riordino parte con un vantaggio, ovvero gli aspetti da migliorare sono già conosciuti ai più – spiega Alessandro Fermi, presidente del consiglio regionale – Sia da un punto di vista politico che da parte dei sindacati. E tutti sanno che è stata la medicina territoriale quella ad aver sofferto di più e ad essere ancora in una situazione di criticità. E non solo in relazione al periodo della pandemia perché ipotizzare una riforma sanitaria partendo da una situazione emergenziale come quella in corso sarebbe un errore culturale. L’analisi affonda nel passato dove erano già evidenti delle problematiche». Idee dunque molto chiare. «Ciò significa rafforzare la medicina del territorio, ovvero creare dei filtri tra i cittadini che hanno bisogno e l’ospedale, sapere chi chiamare, diminuire le liste d’attesa, creare le Case della salute ovvero un luogo fisico intermedio tra il paziente e l’ospedale». Fondamentale poi il ruolo dei medici di medicina generale che dovranno fare «con noi il percorso, dovranno poi essere compartecipi nella scrittura del riordino del sistema», chiude Fermi.