Quattrodici anni e due mesi. La sentenza di secondo grado conferma senza sconti la condanna inflitta in Tribunale a Como a Gabriele Luraschi, il papà di 48 anni di Fenegrò accusato dell’omicidio di Hans Junior Krupe, il 25enne ucciso a coltellate il 16 giugno 2019 alla festa del paese. L’aggressione mortale era avvenuta davanti al figlio di 11 anni del 48enne.
Il 25enne è stato accoltellato al campo sportivo di Veniano, durante la festa del paese. Fatale il colpo alla spalla, che ha reciso arteria e vena della vittima, morta dissanguata nonostante i soccorsi immediati. L’aggressore è stato fermato poche ore dopo, nella sua abitazione a Fenegrò. Aveva riaccompagnato moglie e figli e aveva deciso di costituirsi, convinto di aver solo ferito il ragazzo. Ha sempre dichiarato di essersi sentito minacciato e di aver reagito per difendersi. La lite tra i due era scoppiata vicino alla fontanella del campo sportivo per alcuni schizzi d’acqua che avevano bagnato l’uomo.
La sentenza
I giudici d’Appello in Tribunale a Milano oggi hanno confermato la condanna per omicidio volontario. Già in primo grado, le motivazioni della sentenza avevano evidenziato che Luraschi aveva «reagito alle provocazioni meramente verbali di un ragazzo di 25 anni disarmato – e nemmeno spalleggiato da amici o conoscenti – colpendolo e uccidendolo. Non può un litigio con uno sconosciuto per due schizzi d’acqua, per quanto degenerato verbalmente, sfociare in una simile reazione».
In Appello, la difesa ha messo sul tavolo un accordo sulla pena condiviso con il procuratore generale a 9 anni e 4 mesi, ricalcolando dunque al ribasso la pena anche per il comportamento processuale dell’imputato. La parte civile invece, rappresentata dagli avvocati Edoardo Pacia e Luigi Liguori, si è opposta con veemenza sostenendo come un simile sconto di pena sarebbe stato del tutto «non congruo». I giudici non hanno recepito l’accordo e hanno confermato la condanna a 14 anni e 2 mesi.
La parte civile
«In queste vicende processuali non si può mai parlare di soddisfazione per una sentenza – hanno commentato al termine i legali di parte civile – ma di certo il rischio di una pena a nostro avviso non congrua è stato scongiurato».