Nei laboratori dell’Università dell’Insubria è stato scoperto un nuovo antibiotico di tipo glicopeptidico, prodotto per via biologica da un microrganismo particolare e considerato raro. A comunicarlo è il gruppo di ricerca di Biotecnologie microbiche guidato da Flavia Marinelli, Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, che ha lavorato in sinergia con il team inglese di Andrew Truman del John Innes Centre di Norwich e quello tedesco di Jörn Kalinowski dell’Università di Bielefeld.
«L’impatto scientifico e sociale di questa scoperta, a cui si è arrivati attraverso un approccio genomico sul microorganismo produttore, – spiega Flavia Marinelli, professore ordinario di Ordinario di Chimica e Biotecnologie delle fermentazioni – è facilmente comprensibile se si considera che è stato stimato che nel 2050 le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all’anno, superando ampiamente i decessi per tumore, diabete o incidenti stradali, peraltro con una previsione di costi proibitiva per il sistema sanitario».
L’attuale pandemia di origine virale ha evidenziato la difficoltà nell’arginare le infezioni a livello globale in mancanza di adeguati strumenti di contrasto. Si stima che l’elevata ospedalizzazione dei pazienti affetti da Covid-19 e l’incremento dell’uso conseguente di antibiotici per infezioni batteriche secondarie avrà come effetto un ulteriore incremento del fenomeno dell’antibiotico-resistenza a livello ospedaliero.
Da qui la crescente necessità di nuove molecole, come quella scoperta, in grado di contrastare i meccanismi di resistenza che oggi limitano drammaticamente l’uso dei farmaci esistenti.