La funivia era stata presa in considerazione fino alla sera precedente poi la scelta di arrivare in cima utilizzando l’auto per comodità e per la necessità di velocizzare i tempi. Una decisione che si è rivelata provvidenziale per un gruppo di ragazzi comaschi che ieri aveva organizzato una giornata di svago sul monte Mottarone. Martina e il fidanzato, sua sorella e gli altri amici, insieme per una giornata di svago, nella discesa, durante il tragitto, si sono trovati davanti i soccorsi che correvano. Si sono preoccupati all’istante ma ancora non sapevano cosa fosse accaduto. “Abbiamo visto vigili del fuoco, polizia, ambulanze – racconta Martina Floris, 28enne residente a Sagnino – ci siamo resi conto immediatamente che era successo qualcosa di grave”.
Poco dopo la drammatica scoperta: la cabina della funivia che si è sganciata dal cavo e si è trasformata in una trappola mortale. I ragazzi hanno iniziato a ricevere messaggi e chiamate da chi sapeva dove si trovavano o aveva visto postati sui loro profili social i video della mattinata.
Il giorno dopo è ancora difficile realizzare. “Dovevamo salire anche noi sulla funivia, una scelta che è stata presa in considerazione fino alla sera precedente poi per comodità e per velocizzare i tempi abbiamo optato per la salita in auto – racconta ancora la ragazza – quando abbiamo saputo è stato un colpo al cuore. Molte delle vittime erano nostri coetanei. Siamo rimasti molto colpiti, dovevamo essere su quella funivia e poteva accadere a noi. E’ stata una tragedia – conclude – non riesco nemmeno a immaginare i genitori che hanno capito quanto stava succedendo e come abbiano tentato in ogni modo di proteggere i loro figli”.