Una città a vocazione turistica che tenta di riprendersi dopo oltre un anno di pandemia. L’estate 2021 potrebbe segnare la ripartenza ma Como non sembra pronta, ad iniziare da uno dei suoi principali gioielli, Villa Olmo. Transenne, degrado e rischio cedimenti caratterizzano il lato dell’edificio verso il parco secolare e pure la facciata principale presenta qualche problema. All’apparenza un cantiere infinito, ma di lavori se ne vedono pochi, comaschi e turisti sono spaesati. Critiche le opposizioni in consiglio comunale.
Minoranze all’attacco
«Una città che si prepara ad accogliere nuovamente migliaia di turisti dovrebbe mostrarsi nella sua veste migliore – spiega il capogruppo del Pd Stefano Fanetti – Una forma di buon senso che non si applica a Como però e le condizioni di Villa Olmo dimostrano l’approssimazione con cui la città viene amministrata». Un attacco senza possibili attenuanti. «Bella figura che ci facciamo. Como deve trovare una leadership in grado di farci cambiare passo davvero sotto molti punti di vista: turismo e cultura sono delle priorità», chiude Fanetti. E non è da meno l’accusa di Fabio Aleotti, capogruppo del Movimento 5 Stelle. «Villa Olmo è il simbolo delle opere incompiute di questa amministrazione. Non possiamo che stendere un velo pietoso – aggiunge – Sono state fatte poche opere solo per apparire operativi, come la facciata principale della villa. La città è peggiorata a causa di un abbandono e una gestione che non assolve nemmeno l’ordinaria amministrazione». Di più ampio respiro il pensiero di Vittorio Nessi di Svolta Civica. «Dobbiamo rassegnarci sino alle prossime elezioni. Nessuno può negare l’accumulo dei problemi che questa città da tempo trascina dentro di sé ma ormai è chiaro che questa amministrazione non è all’altezza del compito. Oltretutto – chiude – Villa Olmo meritava un’attenzione straordinaria ed è invece stata dimenticata».
Netto anche Bruno Magatti, Civitas, ex assessore della giunta guidata da Mario Lucini. “Villa Olmo è l’emblema del non saper concludere un lavoro di cui andava realizzato solo l’ultimo tratto – spiega – In un contesto dove le amministrazioni si succedono è normale portare a termine lavori cominciati da altri. Sia per Villa Olmo che per altre opere – chiude Magatti – mi sembra non ci sia neanche questa capacità».